giovedì, Aprile 18, 2024
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Il Marocco scende in piazza contro la pedofilia

L’ennesimo caso di abusi sessuali ai danni di una bambina (a Sidi Kacem, dove la piccola vittima e’ stata rapita, violentata e massacrata) ha fatto insorgere il Marocco, che ha dimostrato la sua rabbia con una imponente manifestazione che, a Casablanca, ha visto migliaia di persone percorrere, in silenzio, i quattro chilometri della Corniche. A scuotere il Paese sono state soprattutto le modalita’ della violenza sulla piccola Wiam che, dopo gli abusi, e’ stata sfigurata dal suo carnefice che ha infierito, per venti volte, sul suo viso con una falce. E’ come se il Marocco avesse scoperto, per l’ennesima volta, che la violenza contro i minori e’ una piaga entrata ormai nella quotidianita’ che, se nel caso di Wiam ha avuto un risvolto sessuale, spesso nasconde la complessa galassia degli abusi sull’infanzia, come le bimbe-schiave che lavorano nelle case dei piu’ ricchi. Ma a Casablanca a protestare non sono stati i ”soliti”, associazioni di tutela dei Minori e dei Diritti delle Donne, ma anche molti esponenti della societa’ civile che, sino ad oggi, erano stati semplici spettatori, come uomini di cultura, del mondo dello spettacolo, persino dello sport. Come nel caso di Aziz Bouderbala, ex stella del calcio marocchino, che ha marciato accanto a cantanti, registi, scrittori e disk jokey. Lo Stato deve reagire, e’ stato il grido dei manifestanti, che hanno reclamato a gran voce un inasprimento delle pene previste per chi viola l’innocenza dei bambini dal codice penale marocchino che non sempre rispetta le vittime con la dovuta attenzione. Come, ad esempio, nel caso dei violentatori, che vedono cadere l’accusa se sposano le violentate, pure se queste ultime non vogliono, ma sono costrette dalle famiglie ad accettare l’infame baratto per conservare il buon nome. Insomma quella che puo’ essere definita la societa’ civile marocchina ha scelto la strada della protesta di piazza per risvegliare le coscienze di chi, alla guida del Paese, non sembra guardare con attenzione al problema. Poi, nelle ultime settimane, come uno schiaffo e’ arrivato un reportage televisivo, girato da una troupe spagnola, che ha dato prove concrete di quello di cui tutti intuivano l’esistenza, cioe’ che in Marocco lo sfruttamento minorile alimenta forti flussi di turismo sessuale, in arrivo soprattutto dall’Europa e anche dal Nord America. (ANSA)

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