venerdì, Aprile 19, 2024
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Nola, ecco perchè il M5S vuole sciogliere il consiglio comunale

NOLA (Bianca Bianco) – Ecco perché il Movimento 5 stelle vuole lo scioglimento del Consiglio comunale di Nola. E’ tutto scritto nell’interrogazione parlamentare firmata dai deputati Nuti, Colonnese, Fico, D’Uva, Dadone e Di Maio e presentata al ministro dell’Interno Angelino Alfano lo scorso 3 giugno. Si fanno nomi, cognomi, circostanze finiti nella cronaca giudiziaria della città nell’arco di un decennio.
I PARCHEGGI COMUNALI- Sono i parcheggi comunali la vera spina nel fianco nella gestione della cosa pubblica a Nola, secondo i pentastellati. Sotto gli occhi di tutti, negli ultimi anni, la difficoltà dell’ente di piazza Duomo di affidare le strisce blu e liberarsi dell’abusivismo e della camorra che pericolosamente si infiltra nel business parcheggi. Tant’è che proprio sulla base di queste considerazioni (il rischio infiltrazioni e l’antieconomicità della gestione in una città come quella di Nola) l’amministrazione ha deciso di recente di affidarli all’Agenzia di Sviluppo in quanto società cooperativa in house. Una mossa per la trasparenza e per recuperare risorse economiche mai rientrate con le precedenti gestioni. E i grillini puntano il dito proprio contro quanto sinora avvenuto nell’affidamento delle aree di sosta comunali. “Il comune di Nola- scrivono i deputati-  ha affidato per anni e continua ad affidare, tramite gare d’appalto ovvero affidamenti diretti, la gestione delle aree comunali adibite a parcheggio a pagamento per auto motocicli e ciclomotori; da alcuni fatti di cronache, da quanto emerge da sentenze giudiziarie e rivelazioni di pentiti, emergerebbe un quadro piuttosto complesso e a tratti non chiaro, in special modo in relazione ai legami tra le società che hanno gestito le aree comunali adibite a parcheggio a pagamento a Nola e la criminalità organizzata di tipo mafioso”. Diversi gli esempi portati alla luce dai 5 stelle, che scrivono come dal 2002 al 2006 le aree adibite a parcheggio siano state affidate con gare di appalto e proroghe a società riconducibili a persone ‘legate’ al clan Russo: “l’imprenditore che ha gestito direttamente i parcheggi a pagamento dal 2002 al 2005 ha confessato di aver assunto una persona su indicazione del clan Russo a cui pagava una tangente tra i 1.500 e 1.000 euro al mese mentre ammontava a circa 1.000 euro al mese la tangente che veniva pagata al clan Di Domenico”. Per circa tre o quattro anni, dunque, le strisce blu a Nola sarebbero state affare spartito tra i due clan della città. In seguito, a partire dal 2011, il servizio è passato ad una società che nel 2014 è stata sequestrata nel corso di una indagine sul clan Contini di Napoli. Dopo quel sequestro, nello stesso, anno, i parcheggi sono passati sotto la gestione di una consorzio poi mandato via perché avrebbe gestito il servizio in maniera “non corretta”. Il resto, è storia recente: altre due ditte hanno detto no alla gestione e l’amministrazione ha deciso di affidarsi all’Agenzia di cui è socio.
L’ABUSIVISMO- E’ una piaga anche a Nola. Non c’è angolo della città in cui non spunti il parcheggiatore abusivo, con tanto di pettorina. “Soggetti legati alla camorra” scrivono i grillini, che monopolizzano la gestione della sosta soprattutto durante la festa dei Gigli.
LE INTERDITTIVE- I pentastellati citano poi, nella loro interrogazione, anche il caso della società affidataria di servizi scuolabus per il Comune di Nola che ha ricevuto una interdittiva antimafia per “tentativi di infiltrazione mafiosa da parte della criminalità organizzata tendenti a condizionare le attività della società”. I fatti rialgono al gennaio 2014 ed il comune ha dovuto provvedere alla revoca del contratto in essere con tale società; nel luglio dello stesso anno l’interdittiva è stata poi revocata.
GLI SCANDALI- Il Movimento 5 stelle cita gli ultimi scandali che hanno riguardato il Comune. Dal rischio di dissesto finanziario paventato dalla Corte dei conti nel luglio 2012, all’arresto di imprenditori e di un funzionario degli uffici giudiziari per presunte agevolazioni nell’assegnazione di contratti di lavoro per conto del Comune di Nola (avvenuti nel 2011), fino all’affaire “Mandatopoli”, i falsi mandati di pagamento che impiegati infedeli ‘distribuivano’ ad amici ed imprenditori compiacenti. Vicenda consluca con condanne ed assoluzioni e per la quale il Comune di Nola si è costituito parte civile. Infine, si cita l’arresto di Giampaolo De Angelis, ex assessore all’Urbanistica arrestato il 31 marzo 2015 nell’ambito di una inchiesta sul clan Fabbrocino poi scagionato da ogni accusa con provvedimento del tribunale del riesame.
Queste le vicende citate, corredate poi da una analisi del tessuto socio economico dell’area nolana caratterizzato, spiegano i grillino, da “gravi infiltrazioni mafiose” spiegate anche dai collaboratori di giustizia Marcello di Domenico e Salvatore De martino che hanno “rivelato la presenza di pesanti infiltrazioni e commistioni tra criminalità organizzata di tipo mafioso e le istituzioni locali dell’area nolana; le loro testimonianze, a riprova della loro credibilità, hanno già consentito alle forze dell’ordine l’arresto di numerosi esponenti della criminalità mafiosa locale”. “La gravità delle infiltrazioni camorristiche nell’area nolana- continuano-  è stata attestata più volte nel corso degli ultimi anni dalla Commissione Parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e dalla Commissione Parlamentare d’inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, e, non da ultimo, da varie inchieste giudiziarie; Nola, si trova infatti all’interno della cosiddetta Terra dei Fuochi”.   Sulla base delle considerazioni fatte, i 5 stelle hanno chiesto ad Alfano di verificare la sussistenza di gravi condizionamenti sull’operato dell’amministrazione Biancardi, di potenziare le forze dell’ordine sul posto, di promuovere iniziative pubbliche e di valutare la possibilità di sciogliere per infiltrazioni il consiglio comunale nolano.
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