NOLA- Dopo la benedizione degli otto gigli e della Barca, il vescovo di Nola Beniamino Depalma ha tenuto la consueta omelia sulle scale del Duomo. Il vescovo è alla sua diciassettesima festa, ed anche quest’anno ha scelto temi sociali per il suo discorso ai fedeli: solidarietà, povertà, lavoro. Tematiche care al presule e che, con la consueta energia, ha proposto alla grande platea di piazza Duomo. Prima però un pensiero alla città oggi in festa: “Nola ha un popolo capace di fare festa insieme sotto la guida di San Paolino e così deve essere visto da tutti. Il popolo di Nola è questo e non altro”.
Poi un passaggio sulla povertà, povertà che si respira nella quotidianità e che il vescovo vive in prima persona con le tante persone che chiedono aiuto alla chiesa: “Stiamo vivendo una terribile esperienza di povertà economica che non sembra fermarsi e che penalizza famiglie, giovani, esodati. Una povertà che riguarda tutti e che costringe al precariato a vita”. “E’ terribile vedere piangere famiglie, adulti, padri di famiglie- questo il passaggio più toccante- non vi auguro di fare queste esperienze”.
“Oltre alla povertà materiale- ha continuato Depalma- mi preoccupa la povertà morale. Non abbiamo più affetti, relazioni, siamo solo schiavi della tecnica. Ma l’uomo vero è capace di compassione e non di indifferenza. O ci salviamo tutti insieme o non si salva nessuno”.
Infine un monito ai politici: “Non si può permettere più che nel nostro territorio ci sia gente che soffre da sola. Basta arroganza, basta prepotenza, basta corruzione. Chi ruba i soldi dello stato commette il più terribile delitto sociale. Ai politici chiedo: aiutatemi a dare speranza al mio popolo. Parlamentari, presidente della Regione, aiutate il nostro territorio a crescere. Date lavoro ai poveri”.