giovedì, Aprile 25, 2024
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Cisternina story, 30 anni e 40mila metri quadri di degrado- VIDEO

di Bianca Bianco

SAVIANO- Quarantamila metri quadri di degrado. Così Nello Lauro descrive la Cisternina  in una battuta nell’ultima inchiesta che col nostro settimanale “Sette” abbiamo dedicato al complesso residenziale. Uno dei tanti reportage dentro e fuori i palazzi di via Minichini a Saviano, confinanti con Nola e di proprietà del Comune di Napoli. Era esattamente un anno fa, il febbraio 2013, quando sulle pagine dell’unico settimanale dell’area descrivemmo lo stato delle palazzine, il degrado e la lotta dei residenti e del Comune per ottenere da parte dell’ente oggi amministrato da Luigi de Magistris la definitiva bonifica e una destinazione certa per il mai nato parco residenziale. Una bonifica che si attende da trenta anni.

La Cisternina che oggi è un monumento all’incuria fu edificata per ospitare gli sfollati del terremoto del 1980. Mancava però l’allaccio alle fognature, i 138 appartamenti furono creati senza servizi basilari. Esempio vicino e lampante di spreco, malversazione, cattiva progettazione. Di fatto la Cisternina non è stata mai abitata, e così si è trasformata in bivacco per disperati e discarica a cielo aperto. Discarica pericolosa visto che ieri la polizia provinciale ha trovato al suo interno anche amianto. Tantissimo amianto.

Le palazzine di via Minichini hanno attraversato (non) indenni sei lustri della storia cattiva del Nolano. Sequestrata anche negli anni 80, nel periodo più recente è stata oggetto di frequenti ma infruttuosi rapporti tra Saviano e Napoli. Nel 2001 fu firmato un accordo di programma tra la Regione, il Comune di Saviano, il Comune di Napoli, l’Arpac e l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. “L’obiettivo- scriveva “Sette” nel 2013-  era quello di creare un centro di ricerche ambientali. Nulla di fatto. Da allora paventate altre soluzioni, organizzate diverse conferenze, ipotizzati accordi, inscenate proteste, e pubblicate diverse inchieste: niente è cambiato. Quello che doveva essere un gioiello di urbanistica è una patacca senza valore: nessuna recinzione, nessuna protezione”.

Delle casette che avrebbero dovuto dare un tetto agli sfollati non resta più niente. Come documentato anche coi nostri video, nulla resta: rubati i cancelli, gli infissi, i sanitari, sventrati i muri, depredate le tubazioni. La Cisternina è divenuta anche terra fertile per ladri di ferro e rame. Non resta che la desolante idea di case, e il simulacro di un enorme, costosissimo spreco. Miliardi di lire del tempo finiti in una cloaca maxima.

L'inchiesta di 'Sette' sulla Cisternina
L’inchiesta di ‘Sette’ sulla Cisternina

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