giovedì, Marzo 28, 2024
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Pena di morte, nel 2013 oltre 4.100 esecuzioni. Cina, Iran e Iraq i primi tre Paesi boia

ROMA – Nel 2013, le esecuzioni capitali sono state almeno 4.106 in 22 paesi, a fronte delle 3.967 del 2012 e sono la Cina con almeno 3.000 esecuzioni, Iran con 687 e Iraq con 172 i primi tre ‘Paesi-boia’ del mondo, seguiti dall’Arabia saudita con 78, dalla Somalia con 27, dal Sudan con 21, dalla Corea del Nord con 17, lo Yemen con 13, il Vietnam con 8, il Kuwait con 5, il Sudan del Sud con 4, la Nigeria con 4, la Malesia con 3, Palestina (Striscia di Gaza) con 3, l’Afghanistan con 2 e il Bangladesh con 2. Gli Stati che ancora mantengono la pena capitale sono 37 e sono diminuiti rispetto ai 40 del 2012. Questi sono alcuni dei dati contenuti nel rapporto annuale sulla pena di morte nel mondo redatto da Nessuno tocchi Caino e presentato a Roma.

É necessario, evidenzia il rapporto, considerare il fatto che molti di questi paesi non forniscono statistiche ufficiali sulla pratica della pena capitale, per cui il numero delle esecuzioni potrebbe essere molto più alto. I Paesi o i territori che hanno deciso di abolire la pena di morte per legge o in pratica sono oggi 161. Di questi, i Paesi totalmente abolizionisti sono 100; gli abolizionisti per crimini ordinari sono 7; quelli che attuano una moratoria delle esecuzioni sono 6; i Paesi abolizionisti di fatto, che non eseguono sentenze capitali da oltre dieci anni o che si sono impegnati internazionalmente ad abolire la pena di morte, sono 48.

É l’Asia a confermarsi il continente dove si pratica la quasi totalità delle pene capitali nel mondo, considerando che in Cina vi sono state almeno tremila esecuzioni. Mentre le Americhe, secondo il rapporto, sarebbero un continente quasi libero dalla pratica della pena di morte, se non fosse per gli Stati Uniti, unico Paese del continente che nel 2013 ha compiuto 39 esecuzioni.

In Africa la pena capitale è stata praticata in 5 Paesi e sono state registrate almeno 57 esecuzioni. In Europa, l’unica eccezione in un continente altrimenti libero completamente dalla pena di morte è rappresentata dallaBielorussia, anche se nel 2013 per la prima volta dopo molti anni non risultano esecuzioni effettuate, mentre ne sono state effettuate 2 nell’aprile del 2014.

Il volume poi sottolinea come nel 2013 e nei primi sei mesi di quest’anno, altri 12 Paesi hanno rafforzato il fronte a vario titolo abolizionista per aver aderito al Secondo Protocollo opzionale al Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici per l’abolizione della pena di morte, per aver superato i dieci anni senza effettuare esecuzioni o per aver stabilito un moratoria legale delle esecuzioni. In questo ambito nel maggio 2013 lo stato americano del Maryland è diventato il sesto ad abolire la pena di morte in sei anni dopo New Jersey, New York, New Mexico, illinois e Connecticut. Sul fronte opposto, 8 Paesi hanno ripreso le esecuzioni nel 2013 e nei primi sei mesi del 2014 e in alcuni casi dopo molti anni di sospensione.

Il numero delle esecuzioni, evidenzia ancora il rapporto di Nessuno tocchi Caino, di autori di reato minorenniè aumentato nel 2013: almeno 13 persone che avevano meno di 18 anni al momento del fatto sono state giustiziate in tre Paesi, Iran (9), arabia Saudita (3) e Yemen (1). E ancora al 10 giugno scorso altri 11 minorenni al momento del reato sarebbero stati giustiziati in Iran.

Dai dati del Rapporto 2014 l’evoluzione positiva verso l’abolizione della pena di morte in atto nel mondoda oltre quindici anni, si è confermata nel 2013 e nei primi sei mesi del 2014.

In un messaggio che il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha inviato a Marco Pannella, in occasione della presentazione del Rapporto, si legge: “Nel solco di un’eredità storica e morale che risale al pensiero di Cesare Beccaria, l’Italia persegue con determinazione l’abolizione della pena capitale in tutto il mondo, nella certezza di condurre una battaglia di civiltà giuridica e di grande valore etico”. (adnkronos)

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