sabato, Aprile 20, 2024
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La camorra ha devastato il Nolano, il dossier choc della Dia sui traffici di rifiuti nell’Agro

rifiuti_tossici copiaNOLA (di Nello Lauro)- “La criminalità organizzata ha devastato il territorio dell’agro nolano, facendo dello smaltimento illegale dei rifiuti uno dei propri affari più importanti”. La relazione semestrale della Direzione investigativa Antimafia spiega quale sia il business per la camorra da queste parti della provincia di Napoli. Allarme? Denuncia? Una foto impietosa della realtà di questa zona martoriata da tempo: “Un territorio – si legge nella relazione – che a causa di continui sversamenti di rifiuti tossici, chimici, speciali ed industriali risulta notevolmente contaminato, e numerosi sono i rinvenimenti di discariche a cielo aperto nelle quali si continua a sversare a cielo aperto. Altro che terra dei fuochi, il Nolano è proprio la terra delle discariche (autorizzate e non). Qui gettare il rifiuto è un’abitudine: a Tufino, ci sono due discariche sature (Paenzano 1 e Paenzano 2) e uno Stir, che genera polemiche, puzza e ricorsi. Qui, secondo le dichiarazioni del pentito Carmine Alfieri, sarebbero stati sepolti fusti tossici nella zona dove sorge il centro commerciale Vulcano Buono e poco lontano il depuratore di Boscofangone è finito nelle inchieste per gli scarichi nelle acque dei Regi Lagni. Nei mesi scorsi un dossier parlava di centoundici discariche distribuite su 500mila metri quadrati. Una mappatura redatta dalle forze dell’ordine del Nolano (Corpo Forestale dello Stato, Guardia di Finanza, Carabinieri, Polizia e Polizie Locali) che hanno censito diversi siti tra Nola, Marigliano, Cicciano, Roccarainola, Acerra e Visciano. Tra i rifiuti trovati e catalogati c’è davvero di tutto: scorie di fonderie, fluff, cavi elettrici tranciati, materiale di risulta, amianto, pneumatici, polveri grigie, fusti, stracci. Una bomba ecologica. Particolare problema è rappresentato dal fluff, rifiuto pericoloso che deriva da parti dell’auto come la plastica, le schiume, la gomma, il vetro ed alcune polveri metalliche, vernici ed i tessuti di rivestimento: scarti che contaminano terreno e falde, rilasciando, col tempo, sostanze tossiche. Un campionario di crimini seppelliti e gettati nella zona Asi di Nola, nell’area di Boscofangone, sulla statale 7bis, in località Ponte dei Cani, in via Tavernanova, nei lagni e nei canali. E in 35 casi su 111 “i signori dei rifiuti” hanno anche violato i sigilli a discariche già chiuse e sequestrate per riempire ancora di scarti le zone già martoriate. Uno scempio senza fine corredato da incendi, scarico di scorie in acqua e scarico di lastre di eternit che hanno devastato diverse campagne del Nolano. Ma non è solo il business dei rifiuti a fare gola ai clan dell’area nolana e nel basso avellinese e in particolare alla cosca dei Cava che investono il denaro di tangenti su appalti nei comuni di San Vitaliano, Scisciano, Cicciano, Roccarainola, Cimitile, Carbonara di Nola e Saviano attraverso la famiglia Sangermano. Ma nei comuni di Scisciano, Nola, Tufino, Roccarainola e San Paolo Bel Sito un tempo feudo inespugnabile di Alfieri prima e dei fratelli Pasquale e Salvatore Russo poi opera anche un gruppo che fa parte del clan Moccia che da Afragola ha esteso i suoi tentacoli fino a qui dove gestisce appalti e droga. Per ora i clan sono in un periodo di pace, testimonianza il fatto che non ci sono stati omicidi nè fatti di sangue dall’inizio dell’anno. Una pax silenziosa e per questo forse anche più pericolosa.

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