venerdì, Marzo 29, 2024
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Campania, la regione delle zoomafie: il rapporto della Lav

NAPOLI  – Combattimenti tra cani, corse clandestine di cavalli, macellazioni abusive, pesca di frodo, traffico di fauna selvatica, tratta di cuccioli: sono questi i crimini contro gli animali gestiti dalla criminalità in Campania che emergono dal Rapporto Zoomafia 2015 redatto da Ciro Troiano, criminologo e responsabile dell’Osservatorio Zoomafia della LAV. La nuova edizione del Rapporto, “delinquenti, trafficanti, affaristi e crimini contro gli animali”, alla sua sedicesima edizione, analizza lo sfruttamento illegale di animali ad opera della criminalità nel 2014. “Ancora una volta la Campania si conferma, purtroppo, un osservatorio privilegiato per i crimini a danno di animali – sostiene il dottor Ciro Troiano, criminologo, responsabile dell’Osservatorio Nazionale Zoomafia della LAV e autore del Rapporto –. Lo sfruttamento criminale degli animali rappresenta, nelle sue diverse forme, un’importante fonte di guadagno per i vari gruppi di delinquenti dediti a tali traffici”.

Traffico di cuccioli – Il traffico di cuccioli trova in Campania centri di arrivo e smistamento di animali tra i più organizzati e importanti nell’intero Paese. Tra le persone denunciate l’anno scorso, perché coinvolte nel traffico internazionale di cuccioli, vi sono diversi campani, tra l’altro alcuni dei quali già recidivi e denunciati più volte. 220 cuccioli destinati alla vendita nel Casertano sono stai sequestrati in provincia di Bologna, dal valore complessivo, una volta venduti, di circa 170mila euro. I confini tra commercio legale e traffico illegale sono labili e non solo perché le rotte e la provenienza sono le stesse, ma perché molte volte, dietro importazioni legali e autorizzate vengono celati, tra i meandri di documentazione, certificati e passaporti, animali clandestini. Nei Paesi di origine i cuccioli vengono comprati per pochi euro, spesso arrivano ammalati e accompagnati da falsi pedigree e da documentazione contraffatta.

Corse clandestine di cavalli, ippodromi & scommesse – Le corse clandestine attraggono ambienti criminali compositi. A volte si assiste a cartelli inediti formati da persone diverse sia per estrazione sociale che per appartenenza al mondo malavitoso. Nel 2014 sono stati confiscati alla criminalità organizzata complessivamente 10 cavalli da corsa, tra cui alcuni discendenti di Varenne, e un centro ippico nel Casertano. Dietro le corse illegali ci sono maltrattamenti, violenze e la morte dei cavalli su strada, o che restano feriti gravemente a seguito di incidenti e finiti sul posto. Continuano le segnalazioni relative agli allenamenti sulla Litoranea di Torre del Greco e sulla spiaggia di Cuma e in altre zone. Su YouTube tantissimi video di corse clandestine di cavalli, girati dagli organizzatori, svolte in Campania, con tanto di colonna sonora di cantanti neomelodici. Altro settore di infiltrazione della criminalità organizzata è quello delle corse ippiche ufficiali, dove l’illiceità delle attività può riguardare sia la gestione delle scommesse presso i punti autorizzati sia la gestione delle stesse corse che possono essere influenzate da accordi occulti tra scuderie o driver, da atteggiamenti minatori verso i fantini o dalla pratica del doping sugli animali. Secondo i dati del laboratorio ufficiale per le analisi antidoping, diversi cavalli che correvano in gare ufficiali in Campania nel 2014 sono risultati positivi a qualche sostanza vietata. All’ippodromo di Aversa sono risultati positivi 9 cavalli, a Napoli 13 e a Pontecagnano 3. Altrenogest, Betametasone, Caffeina–Teofillina, Carbazocromo, Desametasone, Dimetilsulfossido, Diossido di Carbonio, Ecgonina Metilestere, Fenilbutazone, Idrossi Xilazina, Metocarbamolo, Ossifenilbutazone, e Triamcinolone Acetonide: queste alcune delle sostanze trovare nei cavalli da corsa in Campania nel 2014. Tra i casi accertati all’ippodromo di Agnano anche due cavalli positivi alla Benzoilecgonina (metabolita della cocaina).

Combattimenti – I combattimenti tra cani sono ritornati ad essere un’emergenza. Già da alcuni anni avevamo indicato segnali che facevano intravedere una ripresa del fenomeno, ma ora possiamo dire, agli esiti giudiziari e investigativi, che ci troviamo innanzi ad una nuova emergenza. Ritrovamenti di cani con ferite da morsi, sequestri di allevamenti di pit bull, pagine Internet o profili di Facebook che esaltano i cani da lotta, segnalazioni, persone denunciate: questi i segnali che indicano una recrudescenza del fenomeno in Campania. Preoccupante il coinvolgimento di minorenni.

I traffici internazionali di fauna e il bracconaggio –  Boa, pitoni gheppi, gru damigella, parrocchetti, iguane: sono solo una parte degli animali sequestrati in Campania nel 2014. Oltre 600 solo le tartarughe. Un traffico fiorente e preoccupante. L’uccellagione e la vendita di fauna selvatica, in particolare di cardellini, trovano in Campania, soprattutto a Napoli e Caserta, mercati illegali molto attivi nei quali sono coinvolti pluripregiudicati. Alcuni uccellatori sono stati arrestati in flagranza per furto di fauna selvatica. Molti uccellatori napoletani vanno in trasferta in Puglia e Lazio per catturare gli uccelli e rivenderli poi nei mercati campani. Il bracconaggio sulle isole, in particolare Ischia, e in alcune zone in provincia di Napoli e Caserta, si presenta come un’attività sistematica e organizzata. Armi clandestine, munizioni illegali, fucili con matricola abrasa, richiami acustici vietati, reti, trappole, caccia in parchi nazionali, in periodo di chiusura, porto abusivo di armi, maltrattamento, furto venatorio, persone arrestate: è la cornice del bracconaggio campano.

Un mare di illegalità – Sulle infiltrazioni della criminalità organizzata nel comparto della pesca e della vendita di pesce, si registrano diversi interventi dell’antimafia. Nel 2014 sono state sequestrate società operanti nel settore della grande distribuzione di prodotti ittici ad esponenti di un clan camorristico. Ma vi è una sorta di illegalità diffusa che va dalla pesca al commercio al dettaglio. Raccolta di datteri, di cannolicchi e ricci di mare destinati al mercato clandestino di ristoratori compiacenti; pesca illegale di tonno rosso; pesca di frodo con esplosivi; frutti di mare raccolti in acque inquinate; vendita di pesce sottomisura; allevamenti di cozze abusivi; uso di mezzi non consentiti; prelievo di acqua di mare per essere venduta alle pescherie per “rinfrescare” il pesce, senza essere filtrata nè depurata: sono solo gli aspetti più noti dell’illegalità nel settore della pesca.

La “Cupola del bestiame” – Un vero sistema di malaffare legato alla gestione di allevamenti, alle truffe, al furto di animali “da allevamento”, alla falsificazione di documenti sanitari e, spesso, con infiltrazioni della criminalità organizzata, inquina il comparto zootecnico. Allevamenti “lager” con animali maltrattati e allevati senza alcun rispetto per le norme igienico-sanitarie o macellati clandestinamente; un mattatoio abusivo in cui venivano macellati conigli; bovini rubati o abbandonati al pascolo senza controllo; animali da allevamento trasportati in condizioni esasperate: questi alcuni casi accaduti in Campania. Ancora: vitelli caricati a calci nella pala di un trattore, colpiti con pesanti mazze, annegati nelle pozze di conferimento dei liquami, lasciati morire di fame e sete nel fango, sotto gli occhi delle loro stesse madri: questa è la drammatica fine dei cuccioli maschi delle bufale da latte in Campania, documentata nella videoinvestigazione realizzata dall’associazione Four Paws International e diffusa dalla LAV. Le varie relazioni semestrali della DIA citano spesso casi relativi alle infiltrazioni da parte di gruppi camorristi campani nella zootecnia e ai tentativi di controllare la “filiera” della carne o della produzione di latticini. Altro settore di interesse criminale, anche se non strettamente riconducibile alla classica criminalità organizzata, è quello delle sofisticazioni alimentari che determina sempre maggiore allarme sociale. Tonnellate di alimenti di origine animale sequestrate. Circa 9000 uova, detenute in cattivo stato di conservazione; salumi e formaggi, posti in vendita oltre il limite di scadenza consentito; quintali di latte vaccino privo di tracciabilità e di dubbia provenienza; mozzarelle, ricotte e formaggi privi dell’etichettatura prevista per legge e di provenienza incerta; 500 chilogrammi tra scampi, calamari, alici, polpi, e vongole, venduti in cattivo stato di conservazione: questi alcuni casi accertati in Campania nel 2014.

I dati delle Procure  – L’Osservatorio Nazionale Zoomafia della LAV ha chiesto alle Procure Ordinarie e a quelle presso i Tribunali per i Minorenni, dati relativi al numero totale dei procedimenti penali sopravvenuti nel 2014, sia noti che a carico di ignoti, e al numero indagati per reati a danno di animali. Per la Campania le risposte sono arrivate da 6 Procure Ordinarie su 10 (non hanno risposto le Procure di Avellino, Nocera Inferiore, Nola e Torre Annunziata) e da una Procura Minorile (non ha risposto la Procura Minorile di Napoli). In particolare per quanto riguarda le Procure Ordinarie:

Benevento: 21 procedimenti e 3 indagati per uccisione di animali; 20 proc. e 14 indag. per maltrattamento di animali; 5 proc. e 3 indagati per uccisione di animale altrui; 5 proc. e 6 indagati per abbandono o detenzione di animali in condizioni incompatibili; 33 proc. e 17 indagati per reati venatori o relativi alla fauna selvatica. In totale 84 procedimenti e 43 indagati. Non sono disponibili dati relativi al 2013 per un confronto con il 2014.

Napoli: 28 procedimenti e 14 indagati per uccisione di animali; 159 proc. e 70 indag. per maltrattamento di animali; 4 proc. a carico di ignoti per uccisione di animale altrui; 25 proc. con 20 indagati per abbandono o detenzione di animali in condizioni incompatibili; 23 proc. e 23 indagati per reati venatori o relativi alla fauna selvatica. Nel 2014 c’è stato un aumento dell’oltre il +40% dei fascicoli aperti per reati a danno di animali e un aumento del +4% del numero degli indagati rispetto al 2013, passando da 170 a 239 i procedimenti e gli indagati da 122 a 127. In cinque anni, ovvero dal 2009 al 2014 nell’ambito territoriale della Procura di Napoli ci sono stati 739 procedimenti penali con 519 indagati.

Napoli Nord: 9 procedimenti e 4 indagati per uccisione di animali; 47 proc. e 57 indag. per maltrattamento di animali; 2 proc. e 3 indagati per organizzazione di combattimenti tra animali. In totale 58 procedimenti e 64 indagati. Non sono disponibili dati relativi al 2013 per un confronto con il 2014.

Salerno: 15 procedimenti e 2 indagati per uccisione di animali; 29 proc. e 25 indag. per maltrattamento di animali; 5 proc. a carico di ignoti per uccisione di animale altrui; 20 proc. con 21 indagati per abbandono o detenzione di animali in condizioni incompatibili; 21 proc. e 19 indagati per reati venatori o relativi alla fauna selvatica. Nel 2014 c’è stata una diminuzione del’-25% dei fascicoli aperti per reati a danno di animali, e una diminuzione del -16% del numero degli indagati rispetto al 2013, passando i procedimenti da 120 a 90 e gli indagati da 80 a 67.

Santa Maria Capua Vetere (CE): 17 procedimenti e 11 indagati per uccisione di animali; 32 proc. e 27 indag. per maltrattamento di animali; 1 proc. e 1 indag. per spettacoli e manifestazioni con animali non autorizzate; 2 proc. e 2 indagati per uccisione di animale altrui; 9 proc. con 6 indagati per abbandono o detenzione di animali in condizioni incompatibili; 44 proc. e 34 indagati per reati venatori o relativi alla fauna selvatica; 1 proc. e 1 indag. per traffico di animali da compagnia. Rispetto al 2013, i fascicoli sono diminuiti del’-28%, passando da 147 a 105, gli indagati sono diminuiti del -52% passando da 170 a 81, escludendo i dati relativi al traffico di cuccioli che per 2013 non sono pervenuti.

Vallo della Lucania (SA): 6 procedimenti a carico di ignoti per uccisione di animali; 2 proc. e 1 indag. per maltrattamento di animali; 3 proc. e 2 indagati per abbandono o detenzione di animali in condizioni incompatibili. Rispetto al 2013, i fascicoli sono diminuiti del -56%, passando da 25 a 11, e gli indagati del -89% passando da 27 a 3. Nel 2014 si è registrata una diminuzione dei procedimenti aperti nelle Procure esaminate, in controtendenza, invece, la Procura di Napoli dove le denunce sono aumentate. Nell’intera regione nel 2014 sono stati registrati 559 procedimenti penali per crimini contro gli animali con 370 indagati, in base ai dati di 6 Procure su 10. Proiettando questo dato a livello regionale è possibile stabilire con una stima approssimativa che in Campania ogni 10 ore circa si apre un fascicolo per reati a danno di animali e ogni 15 ore circa c’è un nuovo indagato. Per quanto riguarda la Giustizia Minorile, sono pervenuti i dati della Procura per i Minorenni di Salerno: 1 procedimento per uccisione di animali altrui con 2 indagati.

“L’analisi di questo nuovo Rapporto conferma un dato preoccupante: la criminalità che sfrutta gli animali opera in modo aggressivo, spregiudicato, sistematico e continuo – continua Troiano –. E’ indispensabile, per un’efficace azione di contrasto, adeguare il nostro apparato normativo alle capacità offensive della zoocriminalità attraverso l’approvazione di alcuni provvedimenti legislativi, alcuni attesi da tempo, come il potenziamento della normativa sulla tutela penale degli animali, la modifica della normativa sugli animali d’affezione e delle norme sulla tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressione dei cani, le disposizioni sul doping e le corse di animali su strada prevedendo appositi divieti puniti con la reclusione e la multa, l’inasprimento delle sanzioni attualmente previste per gli illeciti in materia di adulterazione alimentare e in materia di pesca, la rivisitazione della legge sulle scommesse. Come sosteniamo da tempo, per contrastare questi fenomeni occorre una visione strategica e unitaria dei vari aspetti dell’illegalità zoomafiosa e sviluppare più intense sinergie di controllo e repressione. Per questo – prosegue Troiano –siamo contrari all’assorbimento del Corpo forestale dello Stato in altra forza di polizia. Come si possono contrastare i crimini contro gli animali e contro l’ambiente se si smembra l’unico corpo di polizia nazionale specializzato in tali ambiti? Anche il destino delle Polizie Provinciali ci preoccupa perché a livello locale rappresentano un importante strumento per la lotta a tali crimini. Temiamo – conclude Troiano – che gli unici a trarne vantaggio da scelte simili saranno i trafficanti, gli inquinatori e i gruppi criminali che operano a danno degli animali e dell’ambiente”.

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