venerdì, Aprile 19, 2024
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Vola il business agromafia: Campania la regione più inquinata d’Italia

L’accaparramento di terreni agricoli serve anche a coprire il business criminale dei rifiuti che sviluppa un fatturato illegale che ha raggiunto quasi 3,9 miliardi, tra rifiuti speciali è urbani, con oltre cinquemila reati accertati nel 2012. E’ quanto emerge da una analisi dell’Indagine Coldiretti/IX. E’in occasione della presentazione del Rapporto “Agromafie”, elaborato insieme ad Eurispes, al Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione a Cernobbio. Il fenomeno più preoccupante – sottolinea Coldiretti – è rappresentato dall’utilizzo delle campagne per lo smaltimento illegale di rifiuti, dai fanghi industriali alle sostanze tossiche. Le imprese criminali si impadroniscono dei terreni destinati alla produzione di cibo e li utilizzano come vere e proprie discariche. I campi vengono così contaminati spesso in maniera irreversibile, con gravi rischi per l’ambiente, ma anche per la salute delle persone poiché mafia e camorra, al fine di coprire l’attività di smaltimento illecito, continuano la coltivazione di ortaggi o altri prodotti. L’ultima emergenza è scoppiata nella Terra dei Fuochi, l’area campana tra le province di Napoli e Caserta devastata ormai da anni dai roghi dei rifiuti tossici e dall’interramento di ogni genere di sostanza nocive, con ripercussioni per l’ambiente, per la salute degli abitanti ma anche per le attività produttive di tutta la regione, vittime del diffondersi di psicosi che rischiano di minare il settore agricolo campano. Una situazione rispetto alla quale – sottolinea la Coldiretti – occorre fare immediatamente chiarezza con la mappatura dei siti realmente inquinati. Gli agricoltori sono pronti a chiedere il risarcimento danni per il pesante danno economico e di immagine che sta colpendo le aziende.
Ma la contaminazione dei suoli è un problema che interessa ormai l’intero Paese – continua la Coldiretti – con ben 725.000 ettari di aree gravemente inquinate, una superficie grande poco meno del Friuli Venezia Giulia. A guidare la classifica delle regioni con la maggior percentuale di siti inquinati rispetto alla superficie totale è la Campania, con il 18 per cento del suo territorio da bonificare, davanti a Sardegna, Lazio e Piemonte. Secondo il rapporto Agromafie, si tratta di zone industriali e di altro genere che sono state spesso sottratte all’uso agricolo, tanto che nel giro di vent’anni sono scomparsi 4,4 milioni di ettari di campagna, oltre un terzo della superficie agricola attuale, secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat. Un fenomeno – conclude la Coldiretti – determinato dalla cementificazione selvaggia, ma anche della crescita della presenza della criminalità organizzata nelle strategie di utilizzazione del suolo.

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