TUFINO- L’amianto dell’Isochimica di Pianodardine, in provincia di Avellino, sarebbe stato portato e forse interrato anche in una cava di Tufino. Sulla vicenda interviene Onofrio Petillo, esponente del Forum ambiente Area nolana e del Comitato “Salute e Ambiente” per chiedere che venga verificato quanto dichiarato dai testimoni: racconti che lasciano cadere l’ennesima tegola sul martoriato territorio nolano.
L’Isochimica di Elio Graziano era una fabbrica che negli anni Ottanta e fino al Novanta si è occupata della coibentazione e scoibentazione di 2500 vagoni delle Ferrovie dello Stato. In base alla sconvolgente verità venuta fuori dai racconti di ex dipendenti, gli operai lavoravano a mani nude il pericolosissimo amianto, che veniva pure impastato col cemento. Oggi lo stabilimento è sotto sequestro, una vera bonifica non c’è mai stata, 9 dei 140 operai ammalatisi sono morti e si sono ammalati anche quelli che abitavano nei pressi della fabbrica dei veleni. L’inchiesta della Procura di Avellino ha portato ad indagare 24 persone, le indagini proseguono e portano a galla anche questi ‘dettagli’: la destinazione dell’amianto grattato via dalle carrozze. Ventimila quintali che sarebbero stati spartiti tra Salerno (ex stabilimento Idaff di Fisciano), Sperone, Tufino, Monteforte irpino.
Amianto in una cava tufinese? Onofrio Petillo lancia l’allarme: “Noi non abbiamo mai sentito storie come questa. Cioè di amianto portato sin nelle cave di Tufino. Ma bisogna indagare, chiedo alla magistratura che si faccia chiarezza perché questa è una zona già devastata. Basti pensare a Paenzano 1 e 2, discariche ancora da bonificare e in cui si palesò il sospetto vi fossero stati sversamenti di rifiuti tossici. Dobbiamo chiedere alla Procura di Avellino quali siano questi luoghi in cui sarebbe stato portato l’amianto, dobbiamo tutelarci”.
Di questo pure si discuterà domenica nel corso di una riunione degli ambientalisti tufinesi che già hanno avviato una petizione per chiedere una ispezione nelle cave ed a Paenzano prima che scoppiasse il caso Isochimica. Si pretendono risposte, e subito. Decenni di morti per tumore, di agricoltura in ginocchio, di battaglie ambientaliste ignorate, presentano ora il conto. C’è amianto nelle viscere delle montagne dell’area nolana?