sabato, Aprile 20, 2024
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Telefonino al volante, pericolo costante: il vizio pericoloso degli italiani

Agli italiani piace stare al telefono.  Soprattutto quando sono al volante. E’ quanto rivela l’Asaps, l’Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale, che ha svolto un monitoraggio sull’uso del telefonino da parte dei conducenti di veicoli, secondo cui la media nazionale di uso e’ del 12,4%, con punte piu’ alte a Torino e Palermo (14%). L’iniziativa, nell’ambito della campagna di sensibilizzazione ‘Un messaggio a volte accorcia la vita’, ha coinvolto decine di volontari che si sono piazzati su alcuni degli incroci piu’ trafficati delle citta’ per contare tutti coloro che transitavano lungo la strada intenti a telefonare e messaggiare. Torino, Milano, Firenze, Bologna, Roma, Napoli e Palermo sono alcune delle principali citta’ messe sotto la lente d’ingrandimento dall’Asaps, ma il monitoraggio ha riguardato anche centri come Arezzo, Benevento, Forli’, La Spezia, Ravenna, Reggio Emilia, Cesena e tanti altri. Gli automobilisti osservati sono stati complessivamente 32.650 e di questi quelli ‘pizzicati’ col telefonino sono stati 4.048, pari a una percentuale del 12,4%. Inoltre, dei 4.048 ‘guidatori al telefono’, 3.057 sono risultati di sesso maschile (pari al 75,5%) e 991 (24,5%) femminile; dato quest’ultimo che in alcune citta’ ha sfiorato picchi del 30%. Tra i ‘positivi’ al telefonometro il 29% e’ risultato essere utilizzatore nella prima fascia oraria (dalle 8 alle 9), il 35% nella seconda (dalle 12 alle 13) e il 36% nella terza (dalle 18 alle 19). Anche le situazioni ambientali di utilizzo denotano una certa tipicita’: un piu’ frequente ricorso al telefonino e’ stato rilevato nei pressi delle zone maggiormente frequentate (scuole, centri commerciali, stadi, ospedali), negli ambiti cioe’ di maggiore “stimolo” rispetto alle normali e ordinarie situazioni di viabilita’ quali una via provinciale o di veloce scorrimento (tangenziali e statali).  Unica eccezione: il 22% del numero complessivo dei conducenti sorpresi al telefono (cioe’ oltre uno su cinque) si trovava fermo al semaforo rosso. Per quanto riguarda la ripartizione in aree geografiche e come valore assoluto, invece, l’utilizzo del cellulare alla guida e’ prevalente al Nord (1.710 conducenti, pari al 42,2%), seguito dal Centro con 1.186 “telefonisti” (il 29,3%) e dal Sud con 1.152 (pari al 28,5%). Notevoli anche le differenze tra le grandi citta’: se a Torino si e’ registrata una percentuale di ‘telefonisti’ pari al 14% (il monitoraggio Asaps e’ avvenuto pero’ nei pressi dello stadio e di alcuni centri commerciali), a Milano e’ stata invece del 12% e ‘soltanto’ del 10,2% a Firenze. Piu’ sostenuta a Verona e Forli’ dove e’ stata superata la media nazionale con picchi fino al 16%. A Roma la percentuale di conducenti al telefono e’ stata del 13,6%, ma e’ stato rilevato un interessante numero di telefonisti a bordo di veicoli a due ruote (42 scooteristi e motociclisti in tutto il Centro Italia, 32 dei quali a Roma ). Alta la percentuale dei positivi anche a Napoli (13,5%) e Palermo (14%). Il presidente dell’associazione, Giordano Biserni, ha gia’ stabilito che il prossimo monitoraggio riguardera’ i conducenti di veicoli destinati al trasporto collettivo: “Una prima idea ce la siamo gia’ fatta – ha spiegato – in quanto i nostri rilevatori, pur concentrandosi prevalentemente sul dato complessivo, hanno potuto notare una certa e frequente abitudine fra i conducenti di autobus e pullman di linea a telefonare durante il trasporto degli utenti”, pratica oggi vietata dal codice stradale ma che era permessa fino a qualche anno fa. Il monitoraggio sara’ sviluppato nei prossimi mesi, quando al termine della stagione invernale apparira’ piu’ facile osservare gli autisti e tracciare l’ennesimo identikit del pericoloso ‘telefonista della strada’.
Infne l’appello dell’Asaps per il Capodanno: “Non facciamoci prendere dalla smania di spedire o leggere i messaggini augurali alla guida – dice Biserni – visto che in una giornata normale se ne lanciano in Italia circa 260milioni. Aspettare di essere giunti a destinazione non significa certo venire meno al dovere di cortesia”. (AGI) .

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