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Nel nome di “Madiba” e di un ideale per cui è stato pronto a morire

Nelson Mandela "Madiba"
Nelson Mandela “Madiba”

di Isabella Savinelli

Il 5 dicembre 2013 si è spento all’età di 95 anni Nelson Mandela: il patriota africano che è riuscito a sradicare l’incubo dell’apartheid e della segregazione razziale se ne è andato lasciando il Sudafrica in lacrime e speranze. Nell’ottobre del 1963 fu arrestato con l’accusa di aver fondato e guidato l’Umkhonto, la ‘Lancia della nazione’, l’ala armata dell’Anc, attraverso la quale coordinò campagne di sabotaggio contro l’esercito e il governo elaborando piani per una possibile guerriglia. In realtà la sua unica colpa era quella di voler abbattere il terribile regime dell’apartheid che schiavizzava la popolazione nera. Nel corso del processo di Rivonia, Mandela sfida i suoi accusatori col leggendario discorso che dà il titolo a questo libro, “Un ideale per cui sono pronto a morire”, in cui si dichiara pronto a morire pur di continuare la sua battaglia per la pace e la libertà. Il discorso, della durata approssimativa di 176 minuti, è una dichiarazione spontanea rilasciata dall’imputato in apertura del processo di Rivonia il 20 aprile del 1964, dopo il quale è stato condannato all’ergastolo. Mandela ammette sin da subito di essere stato uno dei primi a fondare l’Umkhonto e che le sue azioni non sono state frutto di istigazione di qualcun altro, ma sono state volute da lui in prima persona, sia come individuo, sia come leader della sua gente, in virtù della sua origine africana. Ammette di aver pianificato il sabotaggio alla luce, però, di una fredda e ragionata valutazione della situazione politica che si era venuta a creare dopo molti anni di tirannia e di oppressione degli africani da parte dei bianchi; ammette, quindi, di aver deciso di reagire alla violenza con la violenza. Riconosce di aver organizzato scioperi e di aver scelto in maniera consapevole il sabotaggio come forma di guerra civile per un’unica ragione: modificare le condizioni in cui erano costretti a vivere gli africani e lottare per il diritto alla vita. 176 minuti di accorata passione e devozione per il proprio popolo, di ardore intenso e di intima morale, questo discorso è senz’altro il testamento spirituale di Nelson Mandela riproposto ai posteri dopo la sua morte. Quella di questo discorso, è una lettura fondamentale per l’arricchimento interiore di ognuno di noi perché consente di far rivivere un’amara e coraggiosa parentesi storica attraverso le parole alte ed intrepidi di uno dei grandi salvatori ed eroi civili dei nostri tempi. È vero, Nelson Mandela ha mutato la sua vocazione pacifista prediligendo, poi, la lotta armata, ma è stata una decisione forzata ed inevitabile, presa in risposta alla violenza e alla cecità dell’apartheid, da non ridurre ad una semplicistica resa dell’antica “Legge del taglione”, ma ad un ultimo e disperato grido verso la conquista della libertà e dell’uguaglianza. Di lui, il mondo ricorderà per sempre il sorriso smagliante, la devozione al rispetto altrui. Per questo, ma per molto altro ancora, Nelson Mandela occuperà per sempre, e giustamente, un posto incontaminato nell’immaginario sudafricano e nell’immaginario di qualunque sognatore, liberatore e aizzatore di animi. Non resta altro che riportare le efficaci parole di Mandela che concludono il discorso del 1964, riprese nel 1990 dopo 27 anni di prigionia, per concludere queste poche righe in suo onore: “Ho coltivato l’ideale di una società democratica e libera nella quale tutti potessero vivere uniti in armonia e con pari opportunità. È un ideale per il quale spero di poter vivere e che spero di ottenere. Ma se necessario, è un ideale per il quale sono pronto a morire.” Nelson Mandela, un esempio da seguire, una voce da ascoltare, un ricordo da eternare.

AUTORE: Nelson Mandela

TITOLO: Un ideale per cui sono pronto a morire

EDITORE: Garzanti ANNO: 2013

PAGINE: 95 PREZZO: 10.00 €

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