venerdì, Aprile 19, 2024
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Auchan dimezza l’ipermercato: panorama di crisi al Vulcano Buono

di Paola Litto

NOLA- “Saremo più compatti” dice col solito sorriso di cortesia il giovane cassiere a cui chiediamo cosa sta accadendo nell’Auchan del Vulcano Buono di Nola. In realtà lo sappiamo già: l’accordo ‘peggiorativo’ tra sindacati e multinazionale francese è cosa fatta. Il grande supermercato del centro commerciale di Boscofangone sta già compiendo la sua trasformazione: più piccolo e con meno diritti per i suoi lavoratori, soprattutto meno soldi in busta paga. Ma con posti di lavoro salvi.

E’ un qualsiasi martedì mattina d’inverno. Riparare al Vulcano Buono per un acquisto è diventata abitudine, anche a scapito di quei negozi e supermercati in cui facevi la spesa prima,  in paese o in città. Sarà l’orario o la giornata lavorativa, ma l’ipermercato Auchan ci regala un panorama ‘spettrale’. Pochissimi clienti, ed una atmosfera di generale cambiamento. I commessi e le commesse con le loro magliette rosse smontano scaffali e ne montano altri. Il grande magazzino diventerà, per citare il nostro cassiere “più compatto”.

 Passerà, secondo quanto ha previsto l’azienda francese, da 14mila a 8500 metri quadri di ampiezza. Stamattina abbiamo contato dieci casse chiuse, quindici contando cinque casse automatiche. Meno reparti e meno offerta, ma così si sono salvati i posti di lavoro.

L’accordo peggiorativo, previsto anche per altri Auchan (Napoli e Giugliano) prevede più ore di lavoro per meno guadagni, contratti di solidarietà che risparmino tutti i 220 dipendenti ed evitino esuberi. La crisi ha morso anche la grande distribuzione, ed il modello “Electrolux” si è imposto anche qui nel cuore commerciale del Nolano. Un brutto segnale.

Eppure il cassiere che ci porge lo scontrino sorride alla nostra domanda e fa spallucce quando gli diciamo che almeno, diventando compatti, salveranno i posti di lavoro. E’ il simbolo di una crisi che a vele spiegate arriva anche nell’area nolana: si sorride, si deve sorridere, anche con meno soldi in busta paga. Almeno il lavoro c’è, ed è salvo.

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