venerdì, Aprile 19, 2024
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Pangiallo romano e lasagne etrusche, ad Avella l’archeologia si…assaggia

 

I dolci 'romani'
I dolci ‘romani’

di Bianca Bianco

AVELLA- Avete mai assaggiato il pangiallo romano? Difficile, a meno che non abbiate almeno duemila anni (nel qual caso, complimenti per la longevità). Il pangiallo è un dolce di epoca imperiale, che si mangiava nel periodo del solstizio d’inverno per ‘invocare’ il ritorno delle giornate soleggiate e più lunghe. Delizioso, era fatto di noci, nocciole, mandorle, uva passa… I romani ne andavano ghiotti, ed è facile che anche nell’antica Abella fosse il dolce preferito dall’aristocrazia cittadina.

Chi volesse assaporare gli stessi dolciumi amati dai romani oggi può approfittare dell’iniziativa del Gruppo archeologico avellano “Amedeo Maiuri” che ha presentato l’iniziativa “Archeosapori”. Il binomio tra ricette romane ed archeologia locale è stato già un successo nel corso delle Notti all’Anfiteatro, ora però “Archeosapori” è un progetto stabile che il gruppo guidato dal professor Pierino Luciano presenterà sistematicamente in occasione di altri eventi e visite ai beni archeologici avellani.

Il gruppo archeologico
Il gruppo archeologico

Il progetto e marchio “Archeo Sapori – alla riscoperta di antichi gusti” ha – secondo le parole scelte dal Gruppo archeologico- “l’intento di coniugare l’interesse per l’arte, l’antichità e dei monumenti con la riscoperta della tradizione culinaria delle antiche popolazioni autoctone”.  Spiega Andrea Siniscalchi: “L’idea è nata anche dall’abilità culinaria della moglie di un nostro socio, che leggendo e informandosi in Rete è riuscita a ricreare i sapori e le forme dei dolci tipici romani. Da lì è nato il progetto di offrire a chi visita i nostri siti archeologici anche assaggi del mondo antico”. I turisti possono acquistare con una offerta libera le leccornie preparate da gentili mani moderne seguendo ricette antichissime.

Oltre al pangiallo romano, nell’accattivante menù archeologico ci sono le lasagne dolci etrusche (pane dolce fatto con grano, zenzero, noci, miele, cannella, scorza di limone) e la torta persiana (farina, zucca ed uva passa). Uno spaccato gastronomico delle lontanissime origini di Abella ed una occasione per una conoscenza a 360°,  e che coinvolge tutti i sensi, della lunga storia della cittadina mandamentale.

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