sabato, Aprile 20, 2024
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Ad Avella il museo dello spreco e della vergogna: l’ira della Soprintendente per l’inchiesta choc

di Bianca Bianco (Il Mattino)

AVELLA- Nove dipendenti per soli sette visitatori al giorno, un museo che custodisce un patrimonio inestimabile lasciato nell’ombra e nell’isolamento: è il ritratto che emerge dalla videoinchiesta sull’Antiquarium di via De Sanctis ad Avella e pubblicata ieri da «Il Mattino» on line. (guarda l’inchiesta de Il Mattino on line)

Un quadro a tinte fosche: le sale espositive che raccolgono reperti dalla preistoria all’epoca romana sono definite «museo della vergogna, della tristezza e dell’oscurità», affidate a una truppa di impiegati che gestisce poche visite e molti vuoti. Un’ immagine che ha spiazzato la funzionaria responsabile dell’Ufficio beni archeologici di Avella, Ida Gennarelli, che risponde alla ricostruzione presentata con la videoinchiesta.

«Sono dati raccolti in maniera scorretta, – afferma – non si può mortificare così il lavoro di chi è impiegato presso il Museo e si impegna ogni giorno per preservare i tesori di questo territorio. E poi sono cifre inesatte».
Cominciamo proprio da quelle. Dal reportage emerge che ci sono appena 7 visitatori al giorno. Sul sito del Ministero per i Beni e le Attività Culturali i numeri sono in chiaro e parlano di 2259 presenze nel 2013, che divise per 365 giorni danno più o meno quella media. «Ma non è possibile – risponde Gennarelli – fare una media statistica. Non si tiene conto delle presenze legate alle tante manifestazioni che vengono proposte nei nostri siti. Basti pensare al ”Pomigliano Jazz”, che ha condotto qui migliaia di turisti in occasione di concerti o agli spettacoli teatrali che hanno utilizzato l’anfiteatro come palcoscenico. E poi ci sono i progetti con le scuole, le visite guidate garantite anche dal Gruppo archeologico avellano, le mostre come quella recentissima sull’immagine della donna dal VII al I secolo avanti Cristo, i laboratori didattici. Altro che museo dimenticato, nei nostri siti c’è stato addirittura un boom di presenze. Svilire questo impegno quotidiano con una media statistica, peraltro inesatta, è ingiusto».

A fare clamore e attirare commenti su presunti sprechi è la presenza di 9 dipendenti della Soprintendenza, considerati in esubero rispetto alle necessità dell’Antiquarium e in considerazione delle note emergenze a Pompei o a Baia. Accuse che il funzionario rispedisce al mittente: «A chi parla di spreco io rispondo che 9 dipendenti sono anche pochi per un territorio come quello posto sotto la tutela dell’Ufficio beni archeologici di Avella. Non si deve pensare al dipendente della Soprintendenza come un mero custode o guardiano, anche perché quattro delle unità impiegate hanno un compito di vigilanza che in questa zona, in passato saccheggiata da tombaroli, da predoni di reperti, è fondamentale. E non riguarda solo Avella ma l’intero Baianese e il vicino Vallo di Lauro. È importante poi sottolineare che questi lavoratori svolgono prestazioni straordinarie gratis, come è accaduto sabato quando la struttura è stata aperta per accogliere un gruppo di 25 persone».
Se non è possibile ridurre in freddi numeri l’attività dell’Antiquarium, è però un dato che le quattro sale espositive sono poco conosciute e di certo non prese d’assalto da orde di visitatori. Ma anche sul punto Ida Gennarelli difende la galleria: «Ci sono tanti progetti e tante occasioni per valorizzarla. Siamo stati inseriti nel Grand Tour, l’itinerario redatto dalla Regione per portare anche nelle aree interne i turisti. Inoltre il Museo si trasferirà presso la nuova sede del Palazzo Ducale, e così avrà nuova linfa».
Proprio per la nuova sede è in atto il bando di gara ed è previsto che nelle nuove stanze vengano esposti 10mila reperti nuovi, finora tenuti in deposito, tutti portati alla luce ad Avella, e che raccontano l’evoluzione di questa comunità sin dalla preistoria. Un tesoro inestimabile, patrimonio di tutti, conosciuto forse ancora poco, ma da difendere e valorizzare a tutti i costi.

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