di Lorenzo Palmieri (Maidirecalcio.com)
Sulle orme di quanto accade già da anni all’estero, da qualche tempo anche nel nostro tanto vituperato calcio i tifosi stanno acquisendo un ruolo sempre più rilevante all’interno delle società. I tanti, troppi,fallimenti che si sono succeduti in Lega Pro e nelle categoria minori nell’ultimo decennio hanno indotto molte associazioni composte da tifosi ad acquisire quote societarie, cercando di riproporre anche nel nostro paese il vincente modello tedesco, spagnolo e inglese.
Un’altra società dal passato glorioso e che vede i tifosi “dietro la scrivania” è l’Ancona, in cui i supporters detengono il 2% delle quote. Due settimane fa, dopo un campionato travolgente, i biancorossi hanno matematicamente vinto il girone F della serie D, tornando in Lega Pro per la prima volta dopo il fallimento del 2010. Anche altre due piazze storicamente fra le più passionali d’Italia, San Benedetto del Tronto e Campobasso, se la ridono. In seguito ai rispettivi fallimenti societari della scorsa estate, entrambe le tifoserie si sono rimboccate le maniche dando vita alle associazioni “Noi Samb” e “Noi siamo il Campobasso” e, con l’aiuto di alcuni imprenditori locali, hanno acquistato i titoli societari iscrivendosi in Eccellenza. Sia i marchigiani che i molisani hanno vinto il campionato con largo anticipo e si affronteranno il prossimo anno in Serie D. I lupi, in particolare, sono riusciti nell’impresa di centrare un fantastico triplete, riuscendo ad assicurarsi anche la Coppa Italia regionale e, soprattutto, quella nazionale.
Altre società caratterizzate da una forte partecipazione attiva dei tifosi sono la Lucchese, i cui sostenitori hanno in cura il museo della squadra, il Piacenza, dove i tifosi si sono comprati il marchio della società dopo il fallimento, l’Arezzo (prima società italiana con una quota azionaria di proprietà del comitato creato dai tifosi, Orgoglio Amaranto) e il Rimini che hanno almeno un rappresentante del tifo nel cda. Associazioni il cui scopo è l’azionariato popolare stanno spuntando come funghi in tutt’Italia: da Savona a Barletta, passando per Ascoli, Cava de’ Tirreni, Mantova, Prato, Alessandria e Nocera. Il fenomeno si sta allargando a macchia d’olio e i risultati parlano chiaro: la cooperazione fra i tifosi può rilanciare il nostro malandato sistema calcistico.