venerdì, Marzo 29, 2024
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Voragini nei conti, bilancio in negativo per Comiziano. Il sindaco: evitato dissesto

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Paolino Napolitano

COMIZIANO-  Un paese indebitato ed alle prese con voragini finanziarie che ne hanno finora limitato la crescita. Alla vigilia del rinnovo del parlamentino locale, i Comuni tracciano un bilancio dell’attività quinquennale svolta dalle amministrazioni. A Comiziano è un bilancio per nulla roseo, appesantito dalla condizione debitoria dell’ente. Debiti ed oneri che hanno limitato l’azione della giunta uscente, la cui esperienza amministrativa è racchiusa anche nelle venti pagine della “relazione di fine mandatoredatta  al termine del quinquennio.

Nel caso di Comiziano, il documento rappresenta anche la sintesi di una situazione economico- finanziaria che lo stesso primo cittadino uscente definisce “disastrosa”, sia a causa dei ben noti problemi finanziari scaturiti dagli ammanchi nelle casse comunali, determinati dalla condotta infedele di un ex dipendente, sia ereditata dalla gestione politica precedente il suo impegno, iniziato nel giugno del 2009.

Il capitolo più pesante della relazione di fine mandato riguarda proprio la situazione delle casse comunali. Partendo ad esempio dai debiti, si traccia una mappa che descrive le difficoltà di amministrazione di questo comune piccolo (1826 abitanti) ma colpito da traversie delicate e che ne hanno segnato il destino. Il solco debitorio più profondo è stato scavato dall’ammanco finanziario registrato a causa di “violazioni contabili e falsificazioni documentali, accertato a carico dell’ex responsabile di ragioneria e pari a  679.354,69 euro, come da sentenza di primo grado della

Sezione Giurisdizionale della Corte dei Conti per la Campania”. Questa somma non è ancora stata recuperata, avendo il presunto responsabile presentato appello. Sono invece stati recuperati 96.860 euro a carico dell’ex tesoriere comunale, la Banca Nazionale del Lavoro, che ha preferito liquidare al Comune l’importo deciso in primo grado. A fronte di questo enorme debito, cui la Corte dei Conti quindici giorni fa ha aggiunto altri 180mila euro facendo levitare l’ammanco a quasi un milione di euro, ben pochi sono stati i “recuperi”(quasi 50mila euro).

Alla voragine contabile determinata da queste vicende oggetto di processi in sede civile e penale, si aggiungono i debiti ancora da pagare. Tra questi, 38mila euro all’ex sindaco Alfieri (alla guida dell’ente dal 2003 al 2008) per “oneri relativi a permessi retribuiti connessi alla carica di Sindaco”), 107mila per il Consorzio Unico di Bacino (debiti che vanno dal 2001 al 2009) per l’utilizzo di personale per la raccolta differenziata, 70mila euro alla Gori per anni precedenti il 2009, 175mila euro all’Inpdap per debiti che vanno dal 2005 al 2007, sebbene sul punto sia in corso una verifica).

“Rispetto alle somme dovute all’ex sindaco- spiega Napolitano-mi stupisce che non abbia controllato mensilmente, come fa ogni lavoratore, le spettanze. Il risultato è che abbiamo questa richiesta di 38mila euro oltre a debiti già importanti. Tra questi quello al Consorzio di bacino, i cui lavoratori vennero in Comune per protestare e chiedere la liquidazione. Solo grazie alla nostra attenta verifica contabile il debito, non imputabile alla mia gestione, scalò da 144mila euro a 107mila euro. Le altre somme sono tutte riferite alle amministrazioni che ci hanno preceduto”.

Un così carico debitorio, afferma Paolino Napolitano, si è tradotto in una zavorra per l’ente: “In queste condizioni abbiamo potuto investire ben poco, ed è precisato anche nella relazione di fine mandato. Ma abbiamo garantito i servizi essenziali, quelli relativi alla scuola e all’ambiente, abbiamo implementato la percentuale di differenziata- oggi al 59%- ed abbiamo saldato oneri non imputabili a noi, come i 53mila euro per lavori mai finiti presso quello che doveva essere il centro sociale. Alla fine della relazione ho posto una domanda: siamo stati incapaci, in questi cinque anni, o saggi? Io credo che per noi parli il fatto che nonostante i debiti, il Comune non ha subito dissesti, ha gestito i servizi di base ed ha assicurato la tranquillità dei cittadini. Per farlo noi amministratori abbiamo rinunciato anche alle indennità, qualche volta rimettendoci anche di tasca nostra”.

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