NOLA- Attesa a Pomigliano d’Arco e Nola, per la presentazione del nuovo piano industriale Fiat Chrysler, prevista per domani a Detroit, dove l’amministratore delegato Sergio Marchionne illustrerà le nuove missioni industriali, e le prospettive del gruppo.
A Pomigliano l’attesa è tanta, nella speranza che, dopo i contratti di solidarietà attuati per quasi 2000 operai, si passi al terzo turno in modo da impiegare le maestranze sulle catene di montaggio e nel resto della fabbrica, ma a salario pieno. Una speranza che potrebbe verificarsi, almeno in parte, solo con l’assegnazione di una seconda vettura: “Con il Pandone, quello che dovrebbe essere un crossover Panda che si mormora sarà assegnato al Vico – spiegano le tute blu – abbiamo poche possibilità di un terzo turno pieno. La vettura, infatti, potrebbe essere prodotta sulla stessa linea, e quindi il rientro a tempo pieno sarebbe per poche centinaia di lavoratori. A noi servirebbe un secondo modello, di diverso segmento, magari”.
Attesa anche a Nola, nel reparto logistico dove sono impiegati circa 300 operai, da quasi sei anni in cig con scadenza a metà luglio, che sperano in una commessa industriale che li faccia uscire dal tunnel della cassa integrazione. Alcuni di loro sono iscritti al comitato cassaintegrati e licenziati dello stabilimento Fiat di Pomigliano, ed oggi hanno distribuito volantini ai lavoratori, nei quali palesano il proprio pessimismo per il nuovo piano. “Ma dove prende i soldi la Fiat – chiedono – a Pomigliano daranno una finta speranza per una vettura di nicchia, e di certo ci sarà solo maggiore flessibilità, aumenti dei carichi di lavoro, passaggio ai 18 turni introducendo il turno di notte, maggiore flessibilità nel reparto stampaggio per decurtare la busta paga dei lavoratori, mobilità interna, riduzione delle pause”.
I cassaintegrati sottolineano che il Lingotto punta sul marchio Alfa Romeo, “cancellato definitivamente dalla nostra fabbrica per produrla in altro stabilimento”, su Maserati, e Jeep, “che produrrà in America e Cina, e tutto verrebbe pianificato ed accordato con la metà degli operai e sempre in esubero. Nel frattempo – concludono – il Governo varerà una ‘bella’ legge sugli esuberi eliminando la Cig e mettendo i sussidi di disoccupazione. Se non ci sarà reazione faremo tutti una brutta fine”.
Fonte ANSA