sabato, Aprile 20, 2024
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Sant’Angelo in Palco a Nola chiuso da mesi, a rischio anche la misteriosa Ultima Cena

L'Ultima Cena a Sant'Angelo in Palco
L’Ultima Cena a Sant’Angelo in Palco (foto di Bianca Bianco)

NOLA- (di Bianca Bianco)Dopo avere ‘sepolto’ il villaggio dell’età del bronzo, Nola rischia di fare i funerali del convento francescano di Sant’Angelo in Palco ed ai suoi tesori. Il complesso monumentale del Quattrocento che domina la città dall’alto è infatti chiuso da diversi mesi. Non c’è apertura domenicale per la messa, non vi si può accedere per le visite e padre Pasquale, da sempre custode del sito, non è più al Convento che per questo è da almeno sette mesi inaccessibile.

L’ALLARME– A denunciare la situazione è Angelo Amato de Serpis (Meridies): “La struttura è ormai chiusa ed abbandonata- spiega al giornalelocale-. Dopo l’addio di padre Pasquale, il complesso è chiuso e soprattutto ha un destino incerto. Non è la prima volta che accade, ma in passato il sito fu comunque aperto per consentire visite guidate. Ora sembra chiuso per sempre”.

IL RISCHIO– Tenere così il Convento non è solo uno smacco, l’ennesimo, al patrimonio storico della città, ma è anche un rischio concreto per i tesori che custodisce. Senza manutenzione, senza periodici controlli- spiega De Serpis-  “gli affreschi in primis potrebbero subire gravi danni ed andare perduti”. Nell’edificio completato nel 1430, accanto a preziosi altari e al suggestivo chiostro ci sono soprattutto rappresentazioni religiose di rara bellezza. A rischiare di scomparire è per esempio “L’Ultima Cena” che si trova nel refettorio, affresco ben conservato e misterioso per la ‘somiglianza’- che ha fatto parlare e scrivere anche i giornali nazionali- con “L’ultima cena” raccontata da Dan Brown nel Codice da Vinci. Nella composizione  l’apostolo Giovanni si trova in una posizione ed ha sembianze che ricordano una scena del libro (e del film) in cui si afferma che quel personaggio del Cenacolo di Leonardo Da Vinci in realtà è la Maddalena. Un piccolo ‘mistero’ nolano custodito in questo Convento oggi dall’ingresso sbarrato. 

L’ACCUSA– Questo nuovo allarme sullo stato dei beni archeologici e culturali di Nola, lamenta De Serpis “è un grido nel deserto”. La situazione del Convento è ben nota da mesi, dichiara l’ex presidente di Meridies, e già in passato si sono iniziate petizioni per salvare il sito dall’oblio e dai danni dell’incuria. “Stavolta però il silenzio è assordante- afferma-. Sembra che alla città non interessi nulla delle sorti di questo luogo importantissimo per la sua storia”.

 

 

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