
AVELLA- (di Bianca Bianco)Continua la mobilitazione per la famiglia Abate. Dopo il presidio anti-ruspe di martedì mattina, questo pomeriggio a partire dalle 17,30 i cittadini si riuniranno presso l’aula consiliare di palazzo ducale per un consiglio comunale convocato per discutere della vicenda.
La minoranza presenterà la proposta di acquisizione al patrimonio dell’ente dell’immobile di via Sant’Angelo che deve essere demolito su decreto del giudice dell’esecuzione del Tribunale di Avellino in quanto abusiva. L’immobile in base alla pronuncia della Corte di Cassazione risalente allo scorso anno è abusivo per quanto riguarda una parte dell’edificio. I proprietari proposero negli scorsi anni istanza di condono, ma questo atto non “esiste” per i magistrati che in ultimo grado di giudizio hanno decretato l’abbattimento della villa di Pasquale Abate.
Nonostante la rete di solidarietà intorno alla famiglia (padre, madre e tre figli che da venerdì scorso sono senza casa), l’attività della Procura non si ferma. Ieri mattina un nutrito schieramento di carabinieri ha presidiato l’area circostante la villetta, laddove la ditta incaricata dell’abbattimento ha cominciato dopo la presa di possesso a lavorare, non prima di avere consegnato la documentazione necessaria al Comune.
Il sindaco Biancardi martedì aveva infatti impedito che gli operai portassero transenne e ponteggi presso la casa da demolire sostenendo che non tutte le certificazioni fossero in ordine. Ieri mattina la ditta le ha protocollate ufficialmente così da poter cominciare i primi lavori che hanno riguardato soprattutto la messa in sicurezza. Sotto lo sguardo di carabinieri e rappresentanti della questura le opere hanno avuto inizio mentre alcuni cittadini si sono recati in via Sant’Angelo per effettuare un nuovo presidio.
Il sit di poche decine di persone è durato poco, l’attenzione è infatti tutta spostata sul civico consesso di oggi nel corso del quale si deciderà un atto importante del Comune. Secondo l’istanza dell’opposizione, l’ente potrebbe acquisire al proprio patrimonio l’abitazione per fini di pubblica utilità, così poi da disporne eventualmente come edilizia popolare. Una soluzione che molti sperano praticabile, anche perché applicata in altri Comuni.
Attendendo le decisioni dell’assemblea consiliare, il paese è tornato ad interrogarsi, partendo da un caso particolare e tutto da approfondire come quello della famiglia Abate, sull’abusivismo edilizio. I componenti di Cittadinanza Attiva, fautori del presidio di martedì, lo ribadiscono: “La nostra associazione da sempre attenta ed attiva sulle questioni ambientali che riguardano soprattutto il nostro territorio condanna fermamente qualsiasi tipo di abuso edilizio ed è proprio per questo che richiede agli organi competenti di fare chiarezza in una vicenda che ha ancora parecchi lati oscuri al fine di salvaguardare la dignità e l’esistenza delle persone direttamente coinvolte”. Il fenomeno delle costruzioni fuorilegge ad Avella è stato una spina nel fianco per decenni, visti anche gli stretti vincoli archeologici nella cittadina. Fatto sta che da quando è scoppiato il caso di Abate avrebbero cominciato a tremare altri proprietari finiti coi loro immobili sotto la lente della Procura per presunti abusi edilizi compiuti nel corso degli anni.