venerdì, Marzo 29, 2024
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Storia d’amore e di dolore, il libro di Marco Ciriello ispirato a Prandelli (e che ha fatto infuriare la Fgic)

Prandelli-640(di Bianca Bianco) Tra le massime aspirazioni di chi vuole scrivere c’è anche quella di saper cambiare registro. Marco Ciriello ha questo talento, quello di raccontare storie agli antipodi senza tradire la propria creatività, senza forzare e di usare stili narrativi completamente diversi senza suonare falso. Ne è dimostrazione l’ultimo racconto di questo giovane narratore campano, irpino di nascita, che a maggio ha dato alle stampe “Per favore non dite niente”. Chi ha letto ed ha amato il suo precedente lavoro, “Il Vangelo a benzina”, non riconoscerà in questo alcun tratto, alcun richiamo a quelle atmosfere pulp, a quello stile ironicamente dialettale. Né riconoscerà nel protagonista alcun riferimento allo spaventoso commissario politicamente scorretto de “Il Vangelo a benzina”.

 

In “Per favore non chiedetemi niente” Ciriello descrive il dolore di un uomo che perde l’amore della sua vita. Questa in sintesi è la storia, narrata dal punto di vista di un allenatore di calcio che assiste alla malattia e poi alla morte della moglie trovando come unica strada per salvarsi dalla disperazione e forse dal suicidio la temporanea astrazione dalla monotonia dei risultati sportivi. Abbandona la sua squadra vincente per assistere la compagna conosciuta a vent’anni e dalla quale ha avuto due figli e la sicurezza di un porto cui approdare dopo le vittorie e dopo le sconfitte. La trama richiama la cronaca sportiva recente, e non è solo un’intuizione dei lettori perché fin dalla fascetta pubblicitaria imposta al libro e dal retro copertina (una scelta pubblicitaria che sorprende e un po’delude chi conosce l’autore, curatore anche di una sarcastica rubrica letteraria sul Mattino, “Herzog”) si palesa l’ispirazione di Ciriello, ovvero le vicende umane di Cesare Prandelli, attuale ct della nazionale che ha perso la moglie, malata di cancro, e che decise di lasciare la panchina della Roma per starle vicino fino al drammatico epilogo. Un fatto privato che colpì l’immaginario: un eroe sportivo, un mister galantuomo che rinuncia agli allori della serie A per aiutare la compagna malata e vivere la sofferenza in maniera appartata. Da questo spunto, Marco Ciriello parte per raccontare di un uomo che sopravvive quasi contro la sua volontà alla morte di chi ama. E che lotta per tenere il proprio dolore lontano dal proscenio e dall’ostentazione che spesso è chiesta al personaggio pubblico in ragione della sua esposizione mediatica.

 

“Per favore non dite niente”, dodici capitoletti e due intermezzi raccontati in prima persona (tranne nell’intermezzo in cui è la stessa compagna dell’allenatore a “parlare”) è il flusso di sensazioni, considerazioni, sfoghi di un uomo cui la vita ha tolto molto dopo avere regalato il successo, privandolo, proprio all’apice della carriera, delle certezze legate al suo  mondo familiare fatto di affetti semplici e comuni, di una storia d’amore piena e di un impegno agonistico importante arrivato dopo una mediocre carriera da calciatore onorata da 12 gol che il protagonista ricorda e racconta tutti. Il libro di Ciriello, edito da Chiarelettere, è un omaggio ad un campione sportivo che ha saputo sottrarsi alla gogna dei sentimenti cui i personaggi vincenti sono spesso costretti, ha saputo vivere con discrezione il dolore in un mondo che dà in pasto le emozioni ed i sentimenti.

 

La scelta di narrare la vicenda trasfigurata di Prandelli  ha pure dato qualche grattacapo ad autore ed editore, raggiunti alla vigilia della pubblicazione dalla diffida della Figc, intervenuta coi suoi legali a gamba tesa per “tutelare” il ct della nazionale. Reazione scomposta ed esagerata ad un libro rispettoso e commovente.

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