sabato, Aprile 20, 2024
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Bruciato vivo dopo 24 ore di agonia, la tragica fine di nonno Felice: ecco chi è la killer

La vittima
La vittima

NOLA- E’ Adelina Vecchione, 40enne sposata di Nola, la presunta autrice dell’omicidio di Felice Paduano avvenuto lo scorso 23 marzo a Casamarciano. La donna è stata arrestata dai carabinieri dopo le complesse indagini della Procura di Nola; a spiegare i dettagli dell’inchiesta, questa mattina, il procuratore capo Paolo Mancuso. Secondo quanto ricostruito dopo minuziose indagini, che si sono avvalse di intercettazioni ambientali e telefoniche,la Vecchione avrebbe dato fuoco al povero Paduano, ex fabbro 74enne, quando era ancora vivo, dopo un tentativo di rapina con narcotico. L’anziano si sarebbe sentito male dopo avere sorseggiato un caffè corretto con il potente sonnifero, la donna avrebbe dato fuoco all’auto il giorno dopo per liberarsi dlel’ingombrante testimone. Una ricostruzione spietata e raccapricciante.: Paduano ha agonizzato per 24 ore prima di essere arso vivo.

 

Ad incastrare la presunta killer sarebbe stata un’intercettazione telefonica avvenuta il 17 giugno scorso durante la quale la donna, che faceva parte di una banda al femminile che rapinava anziani, racconta a un’amica quello che aveva fatto. Adelina, dopo aver deriso i carabinieri che non erano riusciti a risolvere il caso, dice che, dopo aver appiccato le fiamme, quando l’auto era ormai semidistrutta, aveva iniziato a piovere e l’acqua l’aveva aiutata a cancellare le tracce. La scena, poi, le aveva provocato il vomito. La Vecchione spiega in quali condizioni aveva trovato Paduano: il giorno prima lo aveva narcotizzato – e gli aveva fatto credere di voler avere con lui un rapporto sessuale – e derubato, e il giorno dopo era tornata a cercarlo: “Allora, i vetri erano appannati. Respirava, però stava morendo – si sente nella registrazione – in un mare d’acqua, si sentiva una puzza di pipì”. Sepe chiede: “Come in un mare d’acqua?”. L’amica chiarisce: “Perché aveva sudato. Tutto spugnato, e poi ci stava una puzza di pipì là dentro… Quindi, anche se non avrei fatto quella cosa, comunque sarebbe uscito scemo. Quelle sono le cose di quella medicina”. Vecchione si riferisce al fatto che aveva somministrato alla vittima, secondo il gip, un enorme quantitativo di medicina, per cui, se non fosse morto, Paduano avrebbe riportato danni cerebrali irreversibili. Adelina Vecchione spiega poi come aveva derubato l’anziano lasciando impronte ovunque: di qui la necessità di cancellarle dando fuoco all’auto nella quale l’uomo agonizzava.

 

Adelina Vecchione
Adelina Vecchione

Secondo gli inquirenti, quello che si è concluso con la morte di Felice Paduano è solo uno dei colpi di una banda tutta al femminile di ladre che utilizzavano narcotici e offerte di sesso per ingannare e derubare le loro vittime, tutti anziani.

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