sabato, Aprile 20, 2024
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Pastificio Russo, ennesima asta per l’opificio-rudere: il prezzo scende a 2,4 milioni

CICCIANO (di Nello Lauro) – La storia ritorna in vendita. Scade alla mezzanotte di oggi la possibilità di fare un’offerta per lo stabile che ha ospitato per oltre un secolo l’ex Pastificio Russo. Ancora una volta – siamo al tredicesimo tentativo – compare la dicitura del tribunale di Napoli per un’offerta per l’opificio industriale di forma trapezoidale, ubicato nella zona centrale del Comune di Cicciano in via Nola di complessivi 19mila metri quadrati al prezzo (ulteriormente ribassato) di 2.450.000 euro”.  Una struttura fatiscente e decrepita che fa cattiva mostra di sé nel bel mezzo della ex città della pasta. Quello che una volta era la foto e il simbolo della Cicciano produttiva, ricca e conosciuta è diventato il negativo di una realtà con un tasso di disoccupazione alto e con le sue maggiori attività di un tempo chiuse, fallite e dimenticate. Venduti i macchinari, poi il marchio (ceduto nel maggio del 2012 al pastificio Garofalo di Gragnano per 1,1 milioni di euro), resta solo questo imponente rudere da 19000 metri quadrati che è stato messo di nuovo all’asta:  finora tutte gli incanti per la struttura sono andate deserte e in molti sono scettici sulla possibilità che qualcuno possa azzardare un’offerta vista la situazione attuale dell’ex opificio che ha come unica destinazione d’uso quella di verde pubblico attrezzato, in quanto lo stabile in disuso dal 2009 non rientrerebbe nei parametri del piano casa. Si è anche parlato con insistenza di un tentativo di un gruppo imprenditoriale vesuviano che gestisce catene di supermercati ma al tribunale non è giunta alcuna offerta. La prima richiesta della curatela fallimentare è del 2009 con la stellare cifra di oltre 12 milioni di euro che è svaporata fino ai 2,5 milioni circa di oggi. Un crollo verticale e progressivo del valore iniziale sia perché nel frattempo macchinari e marchio sono stati ceduti nello “spezzatino” voluto dalla curatela sia perché la struttura, una volta abbattuto, avrebbe degli enormi costi di smaltimento per rifiuti speciali. Una problematica non da poco che sembra essere un ostacolo insormontabile per chi vuole costruire e investire altri milioni di euro. Una situazione drammatica come afferma il segretario generale della Flai-Cigl di Napoli Nicola Ricci: “La chiusura e il fallimento del pastificio Russo per Cicciano sono state un colpo durissimo da accettare e sopportare, ma  si deve evitare che la struttura possa finire nelle mani sbagliate di chi potrebbe fare un giorno una speculazione edilizia. Il fatto che ad oggi nessuno abbia presentato ancora una offerta conferma anche le voci che per l’opificio di via Nola ci siano altri problemi di natura tecnica burocratica (come ipoteche) per niente risolti. Abbiamo sentito di tanti e svariati progetti, tra cui quello di un futuristico centro di analisi di medicina nucleare e di riabilitazione ma credo che le uniche destinazione possibili possano essere un multisala – ma c’è già una simile al Vulcano Buono – e quello più plausibile della grande distribuzione. La pasta e i pastifici hanno ormai poco ragione di essere testimonianza del fatto che il pastificio Garofalo ha venduto la maggioranza delle azioni agli spagnoli dell’Ebro (che hanno acquistato anche il 25% di Riso Scotti) quindi vedere ancora qualche imprenditore investire in questo settore è un’utopia”. “Abbiamo proposto – conclude Ricci – soluzioni che potessero far anche rientrare i 30 lavoratori del pastificio che sono da tempo senza salario dopo la fine della mobilità: sarebbe l’unico legame tra gli operai e quello che resta di un brand che ha fatto la storia di questo settore”.

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