giovedì, Marzo 28, 2024
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Alluvioni a Camposano e Cicciano, anatema di don Aniello: amministrazioni stanno a guardare

Don Aniello
Don Aniello

CAMPOSANO- Anatema di don Aniello Manganiello contro le amministrazioni di Cicciano e Camposano. Dopo l’ennesima alluvione causata soprattutto dall’esondazione dell’alveo Quindici, il vulcanico sacerdote presidente della fondazione “Ultimi” si scatena contro i Comuni responsabili secondo lui di non intervenire con incisività per risolvere una problematica che ha già causato centinaia di migliaia di euro di danni quest’estate nei paesi dell’Agro. “Chi avrebbe dovuto mettere in atto opere necessarie per porre in sicurezza il corso dei lagni nei comuni di Cicciano e Camposano- tuona don Aniello- è rimasto a guardare o a realizzare qualche muretto, nella speranza che tutto ciò non si ripetesse più, almeno per un lungo tempo. Aspettiamo sempre la manna dal cielo, o che qualcosa di provvidenziale ci risolva i problemi contingenti. E si pensa, invece,ai concerti di piazza, alle sagre, o alle passeggiate nei centri commerciali per abbattere la noia,ammazzare il tempo e scappare dalla monotonia del paese”. Nessuna esagerazione, rimarca don Aniello: “I lagni, che un tempo erano percorribili,perchè puliti, bonificati continuamente anche dai contadini, sono diventati discariche a cielo aperto. Vi si sversa di tutto. C’è chi come a Camposano ha costruito sull’argine o a una distanza non regolare. E c’è qualcuno che protesta? Vivi e lascia vivere”. “Ci sveglierà dal nostro torpore questa ultima alluvione? Continueremo a versare rifiuti di ogni genere nei lagni,nelle cunette,nelle strade di campagna,nelle piazzole di sosta?”. Un grido di dolore, quello del sacerdote, che invita anche chi ha subito danni a farsi promotore di una campagna di sensibilizzazione per la difesa ed il rispetto del territorio. Un appello che giunge al termine di una estate che nel Nolano ha causato danni e devastazioni. Già a fine maggio una tempesta d’acqua bloccò completamente questo comprensorio attraversato dai Regi lagni, poi a giugno le bombe d’acqua che misero a rischio addirittura lo svolgimento della festa dei gigli a Nola.

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