martedì, Aprile 23, 2024
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Gigli di Nola, il protocollo salva- festa è carta straccia: domenica tre esibizioni a Camposano, Cicciano e Mariglianella

Nelle foto il giglio a Cicciano (clicca sulle immagini per ingrandirle) 

NOLA- Mission impossibile: protocollo fantasma. La cinematografia statunitense viene in soccorso per definire il triste epilogo del protocollo “salva- gigli” lanciato ormai tre anni fa dal sindaco Geremia Biancardi e finito in questi giorni nel cestino della carta straccia. Ieri, 14 settembre, ben tre “obelischi” lignei sono stati portati in processione in tre diverse località: a Cicciano, a Camposano, a Mariglianella. Tre macchine a spalla della tradizione nolana che hanno ballato al ritmo imposto dalla divisioni musicali (in alcuni casi di Nola) e per motivi diversi.

 

Se per Mariglianella si può anche fare un discorso a parte, visto che la manifestazione quest’anno è arrivata addirittura alla sua 18esima edizione, nata in verità da una “costola” della festa di Brusciano, diverso è il caso di Camposano e Cicciano.

 

A Camposano l’unico giglio realizzato è stato portato in processione ieri mattina, a Cicciano invece la struttura è stata costruita e “alzata” in una proprietà privata da un sodalizio di amici. Proprio nella città del Palio c’erano state roventi polemiche quando, ad agosto, si annunciò l’esibizione del giglio. Intervenne lo stesso sindaco Biancardi che, in collaborazione con quello di Cicciano Arvonio, bloccò la mini-festa dei gigli. Ma fu l’ultimo acuto del Comune di Nola contro il proliferare di feste “spurie” nei paesi dell’hinterland nolano. Un mese dopo il giglio si è costruito ed è stato issato in un contesto diverso dal giugno nolano e dalla festa di San Paolino.

 

E’ bastata la buona volontà di un gruppo di privati per negare coi fatti gli appelli che nel corso dei mesi sono stati lanciati sia dalla fascia tricolore di Nola per tutelare l’appena raggiunto traguardo Unesco, sia quelli della Fondazione che deve tutelare l’evento e soprattutto la “macchina a spalla”, sia quelli del vescovo di Nola Beniamino Depalma che invitò i fedeli della sua Diocesi a non estraniare il giglio, simbolo di Paolino, dal suo contesto religioso vero.

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