venerdì, Aprile 19, 2024
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Invasione di blob nel Nolano, il caso approda in Parlamento

Cocciniglia nel centro storico di Nola
Cocciniglia nel centro storico di Nola

NOLA- (di Nello Lauro- Il Mattino) Dai pavimenti e vetri ai social network, dalle forze dell’ordine fino al parlamento italiano. Il blob che sta facendo impazzire il Nolano (alcune segnalazioni sono giunte anche dalla Bassa Irpinia) è diventato un vero e proprio caso. Secondo le prime ipotesi potrebbe trattarsi di cocciniglie, parassiti delle piante che tendono a ricoprirsi di sostanze cerose di protezione. I messaggi di allarme si sono moltiplicati come questo parassita che ora è diventato oggetto, dopo la prima denuncia dei consiglieri comunali Raimo di San Vitaliano e Tommaso Panagrosso di Cimitile, di due interrogazioni parlamentari indirizzate al Ministro dell’Ambiente, al Ministro della Salute e al Ministro dell’Agricoltura: una di Sel (firmatari gli onorevoli Francesco Ferrara, Serena Pellegrino, Franco Bordo e Marisa Nicchi) e l’altra di Forza Italia (onorevole Paolo Russo). Le segnalazioni più massicce arrivano dai comuni di San Vitaliano, Marigliano, Cimitile, Cicciano, Roccarainola dove da circa un mese è comparsa, su balconi, terrazze, ringhiere e nelle abitazioni, una strana sostanza, collosa ed appiccicaticcia, difficile da rimuovere che si attacca ai pavimenti soprattutto all’esterno e quelli adiacenti alle finestre e non permette il passaggio delle scope elettriche che si bloccano. Anche sui mobili, secondo i residenti (sopratutto casalinghe), si sedimenta una patina appiccicosa che rende difficile le pulizie. Stessa cosa sui parabrezza delle autovetture dove si nota un deposito di sostanza di natura ignota e finissimo, trasparente e appiccicoso ed è idrosolubile. “Una sostanza – scrivono i deputati – che sta allarmando la popolazione residente considerato il fatto che l’area in questione è quella della ‘Terra dei fuochi’: questa misteriosa sostanza si è depositata anche sui raccolti che si stanno immettendo nella catena alimentare; si tratta di ortaggi, patate, limoni, arance, mandarini, pomodori e – a parere degli interroganti – vi è il timore che quanto narrato in premessa non sortisca l’effetto di immediata reazione da parte delle Autorità preposte alla tutela ambientale, della salute delle persone e della catena alimentare”. A questo strano fenomeno si aggiungono le risultanze documentali e le allarmanti raccomandazioni conseguenti ad una recente indagine ambientale sulle falde acquifere condotta dall’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Campania e trasmessa, per competenza, all’Asl Napoli 3 Sud. Da questa indagine si evince che è indispensabile un maggiore controllo del territorio da parte delle istituzioni preposte per evitare che le popolazioni residenti in detta area continuino a subire danni alla propria salute. Il Dipartimento di prevenzione dell’Arpac ha invitato alcuni comuni della zona della “Terra dei fuochi” ad assumere urgenti provvedimenti sul proprio territorio comunale, quali il divieto assoluto di irrigazione con l’acqua dei pozzi e di commercializzazione dei prodotti agricoli prodotti nelle aree interessate.

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