giovedì, Novembre 7, 2024
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Kundera, l’insostenibile leggerezza di un capolavoro della letteratura

di Isabella Savinelli 

“L’insostenibile leggerezza dell’essere” è un romanzo di Milan Kundera edito nel 1984 e in Italia nel 1986, acclamato a suo tempo e tutt’ora grande successo di pubblico e di critica. La paura dell’abbandono e quella di amare, l’infedeltà e la dipendenza di una donna dal suo uomo, la filosofia dell’eterno ritorno e l’apparire che prende il sopravvento sull’essere, l’invasione della Cecoslovacchia da parte dei russi e la Primavera di Praga. Questi sono solo alcuni temi che si incontrano nelle pagine del capolavoro di Milan Kundera, uno dei suoi romanzi più amati per il messaggio che lascia e per il modo in cui lo lascia.

Il romanzo è ambientato a Praga nel rivoluzionario e illuminato periodo tra la sua storica Primavera e la successiva invasione da parte dell’URSS e descrive la vita degli artisti e degli intellettuali che vi presero parte. I quattro personaggi principali, Tomáš, Tereza, Sabina e Franz vivono in un quadrangolo amoroso senza saperlo. Tomáš è un medico e un dongiovanni, infedele e sensibile al fascino di centinaia di donne ma innamorato solo di Tereza, donna fedele per principio, volubile e gelosa che, per debolezza di carattere, finge di non sospettare il tradimento di Tomáš . Sabina è una intellettualoide che dipinge quadri, conduce una vita sessuale piuttosto libera che la porterà, purtroppo, a non riconoscere mai l’amore per Franz, professore universitario, un uomo buono e fedele. La vita di Sabina si intreccia anche con la vicenda di Tomáš e Tereza: con il primo in qualità di amante, diventando una di quelle stabili nella vita sessuale e emozionale di Tomáš; con la seconda in qualità di conoscente. Entrambe sono a conoscenza della loro reciproca situazione di amata ufficiale e di amante ufficiosa e si crea così una situazione fortuita in cui finiscono per fotografarsi nude a vicenda. Tereza si innamorerà perdutamente di Franz ma, non avendo la forza di iniziare con lui un rapporto serio e scegliendo di consacrare la sua vita ad un’ insostenibile leggerezza, va via costringendolo a inseguire il suo ricordo e non solo…

Lo stile dell’autore è immediato e la trama è un misto di ironia e drammaticità; si alternano riprese narrative svelte e incalzanti e pause psicologiche, sempre mantenendo la lettura interessante e stimolando curiosità e riflessione. Kundera arricchisce poi le sue considerazioni con parentesi di pensiero nelle quali analizza in prima persona il senso della vita, attraverso allusioni filosofiche e spirituali, con particolare attenzione alla teoria dell’eterno ritorno di Nietzsche, e chiari riferimenti politici alla primavera di Praga e ai miraggi che l’hanno caratterizzata, all’occupazione militare russa e all’oppressione del regime, eventi da lui vissuti in prima persona. La trama gira intorno alle vite dei quattro personaggi di cui si analizzano, in maniera impeccabile e profonda, i risvolti emotivi e i legami interpersonali: l’ amore e la passione tra i protagonisti vengono resi in maniera estremamente precisa e mai banale, non si scade nel sentimentalismo e vediamo l’amore come non l’abbiamo mai visto prima.

Chiaro è il messaggio che Kundera cerca di trasmettere: essere consapevoli che la nostra vita è terribilmente casuale e trascurabile e, in virtù di questa consapevolezza, imparare dagli errori compiuti che, inseriti in eterni ritorni, offrono la possibilità di cambiare e, infine, ascoltare la mente, ma seguire il cuore per arginare l’insostenibile leggerezza dell’essere.

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