NOLA- (di Bianca Bianco) Quella tra i clan che oggi imperversano nel Nolano è una pax siglata per spartirsi silenziosamente il territorio. Lo ha affermato il direttore del Giornale locale e cronista del Mattino Nello Lauro nel corso della prima puntata de “L’Italia delle Mafie”. La trasmissione radiofonica è andata in onda su Radio Siani, nata cinque anni fa grazie ad una cooperativa di giovani volontari ed intitolata al giornalista del Mattino ucciso dalla camorra, la cui sede è ad Ercolano, in un immobile confiscato al clan Ascione.
Intervistato dai giornalisti Mary Liguori e Ciro Oliviero, Lauro ha spiegato per capitoli nascita e tramonto del clan Russo e le successive trasformazioni del sottobosco criminale in piccoli clan con sete di soldi e conquiste nei territori rimasti orfani dei Russo. “E’ stato il 2009 l’anno spartiacque per l’Agro Nolano in tema di criminalità organizzata- ha dichiarato il direttore di Gl-. In quell’anno, nel giro di pochi giorni, furono arrestati dopo lunga latitanza Pasquale e Salvatore Russo, mente e braccio armato del sodalizio che imperversava nel Nolano. Con la progressiva decapitazione dei Russo, organizzati in maniera scientifica ed orizzontale, la camorra nolana si è polverizzata”.
Tramontati i Russo, ha spiegato Nello Lauro, sulle macerie del loro dominio oggi banchettano nuove organizzazioni e nuovi boss. Interessante la recente geografia criminale disegnata da Lauro per spiegare le attuali divisioni della mafia locale: “Sono nati piccoli e pericolosi clan e Nola si è divisa in quartieri a seconda di chi esercita il predominio. A prendere in mano la rete di affari dei Russo sono due fazioni, i Di Domenico che si sono presi l’area a ovest di Nola fino a Cicciano, Tufino, Roccarainola, e la N.a.n. (Nuova camorra organizzata) dei fratelli boss Tagliatatela che si estende sul lato opposto, verso Saviano e Scisciano”.
Marciulliani e N.a.n. però non si fanno la guerra: “Da almeno due anni- continua Lauro- non c’è denuncia, non c’è faida, non ci sono gambizzazioni. I due clan hanno firmato una pax per spartirsi silenziosamente il territorio, soprattutto le estorsioni e lo spaccio di droga”.
Ma qual è il core business della malavita nolana? “In base alle recenti indagini della direzione investigativa antimafia il principale centro d’affari della camorra nolana sono i rifiuti. Qui si sotterrano i rifiuti, lo hanno dimostrato le dichiarazioni dell’ex boss Carmine Alfieri, lo conferma la cronaca di tutti i giorni. L’esempio più recente il ritrovamento di rifiuti tombati in cave di tufo sotterranee a Tufino, i cosiddetti occhi di monte. Sotto il Nolano c’è una discarica parallela”.
Altri settori attenzionati per il costante rischio di infiltrazione sono l’edilizia che, dichiara Lauro, “ha devastato la Campania felix distruggendo le colture del Nolano e sostituendole con costruzioni abusive spesso abbandonate” e i prodotti alimentari. Rispetto a quest’ultimo business il cronista ha ricordato il caso eclatante dei Russo che controllavano una società che produceva pasta fresca e “raccomandavano le merendine alle scuole della zona”.