venerdì, Marzo 29, 2024
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Scarti edili nelle vecchie cave di tufo: il nuovo business dei rifiuti nel Nolano

Michele Arvonio, comandante della polizia locale di Tufino
Michele Arvonio, comandante della polizia locale di Tufino

tufino5 tufino1 tufino4TUFINO (Nello Lauro Il Mattino) – E’ sempre più allarme rifiuti nel Nolano Infelix.  Dopo le discariche e le campagne ora il sottosuolo, da sempre testimone silenzioso e succube dei criminali ambientali. Mandanti e semplici esecutori che organizzano, trasportano e scaricano ogni tipologia di rifiuto – da  quello semplice a quello speciale, non fa alcuna differenza – in ogni luogo nascosto, in ogni anfratto libero. Da quelli organizzati a quelli improvvisati cambia davvero poco per il grado di inquinamento di un territorio che ha visto nascere e morire due discariche (e le vegetazioni), un Cdr (oggi Stir) con la cartolina delle tante cave che fanno da cornice al desolante quadro  di un’area ferita a morte più di quanto si possa credere. La nuova frontiera – ancora in corso di accertamento – dello sversamento abusivo, selvaggio e pericoloso è stata scoperta dalla polizia municipale di Tufino – agli ordini del comandante Michele Arvonio. L’ufficiale ha seguito il trattore di un contadino 49enne di Comiziano che trasportava rifiuti fino a quando la carreggiata di campagna – nella zona martoriata della frazione di Contrada Cesina – consentiva il passaggio dell’auto. Quindi perdeva di vista il mezzo guidato dal contadino che ricompariva poco dopo senza il carico. Il comandante ha seguito l’uomo fino alla sua abitazione ed è intervenuto solo dopo che il 49enne stava ripulendo il mezzo. L’uomo è stato condotto al comando ed ha confessato di aver scaricato i rifiuti in una parte precisa del terreno di cui è colono. Il fondo è stato sequestrato e messo a disposizione dell’autorità giudiziaria in attesa delle analisi mentre il contadino è stato denunciato per getto pericoloso di cose e abbandono di rifiuti. Da qui si è aperta la seconda e più delicata fase dell’indagine: i rifiuti (la cui pericolosità dovrà essere stabilita dagli esami dell’Arpac) sono stati gettati in una buca profonda almeno 15 metri che di fatto ha inghiottito il materiale trasportato dal trattore.  Ma non si tratta di una semplice buca: è un cosiddetto “occhio di monte”, vecchia cavità di collegamento tra il suolo e i banchi di tufo (da cui il toponimo cittadino) situati nel sottosuolo ricco di questa pietra che in antichità veniva fornita come materiale edilizio alla vicina città di Nola. Il fondo sequestrato contiene cinque di queste cavità recintate con paletti in legno e sormontate da filo spinato. Un sistema quello di queste buche abbastanza complesso e oramai abbandonato da oltre mezzo secolo che fa pensare (e temere) come il sottosuolo di questa parte di territorio potrebbe essere diventato nel corso di questi anni una discarica sotterranea di ogni genere di rifiuto, anche e soprattutto pericoloso. “Da tempo stiamo monitorando il territorio di Tufino che ha diverse campagne – afferma il comandante Arvonio – dobbiamo essere ancora più attenti a quello che succede intorno a noi.  Quest’episodio ci deve far riflettere, siamo legittimati a pensare che dietro ci possa essere qualcosa di ancora più pericoloso e magari più organizzato”. Preoccupato anche il commissario prefettizio del piccolo centro alle porte di Nola: “E’ un problema di inciviltà diffusa – aggiunge il viceprefetto Biagio Del Prete – che dobbiamo combattere ad ogni costo. Non basta solo la sorveglianza e la denuncia, ci vuole anche una coscienza ambientale: i rifiuti e i disagi che ne possono derivare colpiscono non solo noi, ma anche le prossime generazioni”. “Occhi di monte” un tempo risorsa legale, oggi accecati dalla bieca inciviltà fuorilegge.

 

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