QUARTO – Aveva chiesto soldi all’assegnatario di una casa popolare di Quarto e non avendoli ricevuti si era rivolto alla camorra. E’ quanto emerso nel corso di un’indagine dei carabinieri della compagnia di Pozzuoli e della tenenza di Quarto Flegreo, che hanno dato esecuzione a un decreto di fermo d’indiziato di delitto emesso dalla Dda di Napoli a carico di tre persone ritenute vicine al clan camorristico dei Longobardi-Beneduce e responsabili di tentata estorsione in concorso aggravata da finalità mafiose. I tre fermati sono Nicola Palumbo, 50 anni, sorvegliato speciale con obbligo di soggiorno a Quarto, ritenuto reggente del clan; Giuliano Palumbo, di 31 anni, di Marano e Antonio Fruttaldo, 51 anni, di Quarto. I militari dell’Arma hanno documentato reiterati tentativi di estorsione attuati con finalità mafiose al nuovo assegnatario dell’alloggio popolare nel rione De Gasperi di Quarto. In particolare, a Fruttaldo era stato assegnato un alloggio in un rione popolare nonostante vivesse in una casa privata di sua proprietà e tra il 2000 e il 2013 l’avesse sub-affittata per 125 euro al mese alla persona che poi è diventata vittima di estorsione. Dopo un censimento comunale Fruttaldo aveva perso la disponibilità dell’appartamento assegnato al nucleo familiare della vittima, che prima pagava 125 euro al mese a Fruttaldo. A quel punto Fruttaldo si era sentito in diritto di intimare la consegna di diecimila euro quale tangente per il passaggio di mano dell’abitazione. Dopo che la vittima ha ignorato la sua richiesta si è rivolto alla criminalità organizzata per ottenere il pagamento. In più occasioni i Palumbo avevano minacciato la vittima approfittando dell’ intimidazione del clan, costringendola nel luglio 2014 a impegnarsi a consegnare i diecimila euro e nel dicembre 2014, a causa del mancato pagamento, a lasciare l’abitazione entro Natale. I tre sono stati rinchiusi nel centro penitenziario di Secondigliano.