giovedì, Aprile 18, 2024
spot_imgspot_img
spot_img

I PIÙ LETTI DELLA SETTIMANA

ARTICOLI CORRELATI

Cicciano, la storia in saldo: decima asta per l’ex pastificio Russo

CICCIANO- (di Nello Lauro- Il Mattino) Da gioiello a rudere. Da simbolo di opulenza a mito di incuria. Dal via vai rumoroso di mezzi carichi di pasta e biscotti al silenzio dell’abbandono. Lo “scatolone” del Pastificio Russo torna all’asta con incanto per la decima volta dal 21 ottobre 2011. Allora lo stabile, secondo le stime della curatela fallimentare, valeva 7,6 milioni di euro, ora è al prezzo di “occasione” di 1,6 milioni di euro. Una svalutazione progressiva e inesorabile anche perché nel corso di questi anni sono stati venduti i macchinari, poi il marchio (ceduto nel maggio del 2012 al pastificio Garofalo di Gragnano per 1,1 milioni di euro): ora resta l’edificio da 19.000 metri quadrati in via Nola, al centro della ex città della pasta. Finora tutti gli incanti per lo storico opificio (130 anni di storia) sono andati sempre deserti e in molti sono scettici sulla possibilità che qualcuno possa avanzare un’offerta vista la situazione attuale poiché il sito avrebbe come unica destinazione d’uso quella di verde pubblico attrezzato, in quanto lo stabile in disuso dal 2009 non rientrerebbe nei parametri del piano casa e anche perché la struttura, una volta abbattuta, avrebbe degli enormi costi di smaltimento per i rifiuti speciali. Ora ci sono due nuove date: la prima è del 19 marzo con vendita con incanto (offerta in busta chiusa alla cancelleria del tribunale di Napoli) e l’altra agli inizi di aprile senza incanto (asta immediata con pretendenti presenti). E dai rumors sembra che qualcosa si muova: in passato si è parlato con insistenza del tentativo di un gruppo imprenditoriale vesuviano che gestisce catene di supermercati ma al tribunale non è giunta alcuna offerta. Nei mesi scorsi si ventilò l’ipotesi di un maestro pastaio e poi di una società del Nolano che produce insaccati, ora si vocifera in maniera abbastanza insistente di una cordata di imprenditori edili. Voci, solo voci. Anche perché da anni nessuna offerta è giunta alla cancelleria del tribunale partenopeo che ha dichiarato il fallimento dello storico pastificio nel luglio 2009 in seguito alla richiesta di Equitalia di circa 1,8 milioni di euro di tributi non versati con un monte debiti di oltre 39 milioni di euro. Oltre allo stabile c’è ancora la situazione drammatica di 25 dipendenti. “Abbiamo proposto a marzo la mobilità in deroga – dice Nicola Ricci, segretario generale della Flai-Cigl di Napoli – ma non abbiamo avuto risposte dalla Regione Campania. Noi non sappiamo che fine farà lo stabile ma faremo tutto il possibile affinchè, se lo stabile dovesse finire nelle mani di un imprenditore, i 25 lavoratori dell’ex pastifico Russo possano trovare una collocazione nelle attività di manutenzione e guardiania: sarebbe l’ultimo ricordo di un marchio che ha fatto la storia di Cicciano”. Un marchio nato nel 1880 dall’intraprendenza della famiglia Russo, nel 1927 la prima produzione di pasta artigianale con un trend di crescita costante che ha fatto conoscere il brand in Campania, in Italia e nel mondo. Nel 1948 arriva la produzione artigianale e poi industriale di biscotti. Nel 2001 lo storico passaggio dalla famiglia ciccianese al gruppo Maione: ma dopo un iniziale incremento delle vendite comincia la discesa culminata nel fallimento. Nel 2012 l’acquisto del marchio da parte di Garofalo che produce altrove la pasta che arriva negli scaffali degli ipermercati nazionali con il suo inconfondibile e rimpianto pacco rossoblù. Ora in via Nola 62 resta solo un’insegna sempre più ingiallita, testimone oculare della fine di un mito

Print Friendly, PDF & Email

I PIÙ POPOLARI

This site is protected by wp-copyrightpro.com