CIMITILE- (di Nello Lauro- Il Mattino) Una bravata. Una ragazzata. Pensieri cattivi, azioni pessime, conseguenze devastanti. Devastare e incendiare una scuola per noia, per teppismo o per tutte e due le ragioni messe insieme ha poco di nobile. Di sicuro porta a guai con la giustizia: ecco perché due giovani di Cimitile sono stati denunciati dai carabinieri della compagnia di Nola, agli ordini del maggiore Michele Capurso. Giorni di indagini quelli dei carabinieri dell’Arma che hanno stretto il cerchio investigativo arrivando ad identificare un 18enne e un 20enne della città delle basiliche paleocristiane, responsabili di aver danneggiato e incendiato la scuola media “Carlo Guadagni” di Cimitile. La coppia di improvvisati teppisti ha agito durante una notte nello scorso mese di dicembre rompendo la finestra del piano terra dell’istituto con una spranga di ferro e mettendo poi a soqquadro i locali del primo piano dell’edificio scolastico. Non contenti, secondo la ricostruzione dei carabinieri della stazione di Cimitile, i vandali avevano poi appiccato il fuoco ad alcuni scaffali contenenti materiale amministrativo, andati completamente distrutti. Un incendio durato fino al mattino seguente e scoperto dalla dirigente scolastica che allertò le forze dell’ordine e sospese le lezioni per una settimana, provvedimento che peraltro non portò alla soluzione del problema. I guai causati dai due giovani teppisti con il loro sconsiderato raid, infatti, hanno avuto un lungo strascico perché alcuni alunni, tornati in classe dopo la sospensione delle lezioni, si sentirono male a causa del persistere del puzzo di bruciato. La situazione fu denunciata dai genitori degli studenti e dalle forze politiche di opposizione e scaturì in un sit in di protesta. Sollecitato da mamme e papà infuriati, lo stesso sindaco Nunzio Provvisiero fece un sopralluogo e decise, viste le condizioni ancora precarie delle aule finite nel mirino dei vandali, di chiudere il plesso e chiedere l’intervento dell’Agenzia regionale per l’ambiente cui chiese di svolgere analisi sui livelli di diossina nella scuola. Una brutta pagina per le scuole cimilitesi, quanto avvenuto spinse la minoranza, attraverso i consiglieri Tommaso Panagrosso e Massimo Scala, a chiedere in Consiglio comunale l’installazione di telecamere di videosorveglianza per controllare le zone sensibili della città come le scuola: “L’incendio alla Guadagni- hanno dichiarato- è la spia di un disagio e un degrado sociale e proteggere la sacralità della scuola è prioritario”. Una richiesta su cui si è trovato d’accordo anche Nicola Santoriello, portavoce del sindaco Nunzio Provvisiero: “Le telecamere possono essere una delle soluzioni per prevenire atti di questo genere: la scuola come la famiglia e soprattutto gli amministratori devono intraprendere un cammino insieme per arginare questi episodi vandalici”. Da qui il via alle indagini dei carabinieri che hanno faticato non poco a individuare il gruppo e a rompere il muro di silenzio dietro il quale si erano rifugiati i due giovani. Poi testimonianza dopo testimonianza il castello di bugie è crollato e una volta davanti ai fatti contestati i due ragazzi di Cimitile hanno ammesso che sono stati proprio loro quella notte a mettere a ferro e a fuoco la scuola media cittadina Carlo Guadagni. Pensieri cattivi, azioni pessime, conseguenze devastanti: e una denuncia dei carabinieri per ricordare una notte vissuta pericolosamente.