sabato, Aprile 20, 2024
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Incendio cereria, la Procura di Nola indaga su avvelenamento alimenti

incendiocereriaNOLA-(di Bianca Bianco) E’ un’ inchiesta che potrà avere dei risvolti clamorosi quella avviata dalla Procura di Nola. Il reato su cui indagano gli inquirenti della Reggia Orsini, secondo quanto risulta al giornalelocale.it,  è quello di “adulterazione colposa di sostanze alimentari” (previsto dall’articolo 440 del Codice penale).

L’INCENDIO–  I fatti risalgono al quattordici luglio del 2013, ovvero al giorno in cui un vasto incendio distrusse il capannone di una cereria situata proprio al confine tra Nola e Saviano. Un incendio in cui bruciarono cere e prodotti tossici, macchinari e materiali per la produzione, le cui ceneri si posarono poi sui terrazzi, sulle strade e soprattutto sui campi circostanti, la maggior parte dei quali coltivati. A poche ore dallo spegnimento del rogo (uno spegnimento parziale, i focolai si riaccesero per almeno tre giorni successivamente), si parlò subito di disastro ambientale e le associazioni ecologiste- in primis il Forum ambiente Area nolana- chiesero ai Comuni coinvolti (Nola e Saviano) analisi sui livelli di contaminazione dei terreni.

LE ANALISI– L’Arpac, all’indomani dei fatti e dietro le insistenze degli attivisti, effettuò diversi campionamenti con la tecnica del topsoil, ovvero prelevando alcuni centimetri di terreno dalla villa comunale di Saviano e da giardini di abitazioni private circostanti l’area artigianale in cui era scoppiato il devastante incendio dell’opificio che produceva candele e ceri. I primi risultati furono trasmessi alle amministrazioni comunali coinvolte territorialmente (Nola, Saviano, San Vitaliano, Scisciano) e non mettevano in allarme i sindaci perché non si erano riscontrati livelli rischiosi di sostanze chimiche dannose per l’organismo umano e per la flora. Risposte che gli attivisti del Forum ambiente non hanno mai ritenuto soddisfacenti. Gli ambientalisti chiesero quindi  altre analisi ed altri controlli all’Arpac, suggerendo alle amministrazioni di non far passare sotto silenzio la questione.

I VELENI E L’INCHIESTA– Gli esami dell’Agenzia regionale sono state dunque inviate al Dipartimento di Prevenzione che il  22 ottobre 2013 informò  il primo cittadino di Nola che in base agli esiti, nelle aree sottoposte a carotaggi si evinceva una “anomalia delle concentrazioni di stagno e berillio”, e che questa sarebbe  stata “superiore alla concentrazione della soglia di contaminazione prevista per verde pubblico, privato e residenziale”. Poiché gli effetti di queste sostanze possono essere “acuti e cronici” perché assumibili dall’uomo attraverso la pelle e poiché responsabile di questo livello di concentrazione sarebbe “l’uso di emissioni industriali e di prodotti sanitari”, scattò  l’ordinanza del Comune di Nola in cui si prescriveva di limitare l’uso di fitosanitari in zone verdi pubbliche e sul verde pubblico privato. Risposte che non hanno mai accontentato il Forum ambiente che sulla vicenda ha presentato un ampio dossier (foto, analisi, perizie) che ha convinto la Procura di Nola ad aprire un fascicolo di indagine per stabilire se vi fu contaminazione di acqua e alimenti, se poteva essere evitata e chi è responsabile di questa situazione. Al momento non vi sono nomi sul registro degli indagati, ma l’inchiesta potrebbe coinvolgere tutti i soggetti istituzionali che sono intervenuti sulla vicenda dell’incendio alla cereria.  Una vicenda che si avvia, per altre ragioni, al processo.

IL PROCESSO-Sono diversi infatti gli imputati per quel disastro, accusati di incendio colposo perché, al momento dell’inizio del rogo, nella fabbrica poi distrutta non sarebbero state presenti norme di sicurezza adeguate e sufficienti ad arginare le conseguenze. Accuse marginali rispetto ai fatti verificatisi, rispetto alle quali gli imputati potranno difendersi. Nel procedimento, incardinato dinanzi il Tribunale di Nola sezione penale, il giudice ha riconosciuto la costituzione di parte civile da parte del Forum ambiente area nolana, prima associazione ambientalista nolana ammessa come parte civile in un processo del genere.

 

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