giovedì, Aprile 25, 2024
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Pedofilia, accuse a prete che insegnò nel Nolano: inchiesta di Chi l’ha visto

NOLA- “Io devo andare dal vescovo, gli devo dire che tu hai abusato di me”. Diego, nome di fantasia, è un uomo che ha superato i 30 anni. Sconvolto, si piazza una telecamerina nascosta addosso e registra il prete che da ragazzino lo avrebbe molestato. Quelle immagini, i volti oscurati del sacerdote e di Diego, sono stati trasmessi ieri dalla trasmissione “Chi l’ha visto” nell’ambito su una inchiesta sui preti pedofili che tocca anche il Nolano. E’ proprio nel Nolano, infatti, presso un istituto scolastico superiore, che il presunto prete pedofilo ripreso da Diego fino all’anno scolastico 2012-2013 avrebbe insegnato religione nonostante una serie di accuse di molestie sessuali contro ragazzini compiuti in altre località in cui è stato docente e sacerdote.

La storia risale a più di venti anni fa quando don S., il sacerdote accusato, era parroco a Ponticelli, quartiere di Napoli in cui viveva Diego, allora 13enne. Il ragazzo avrebbe subito, forse insieme ad altri coetanei, pesanti violenze sessuali in casa del prete. Una vicenda scabrosa, durata almeno 4 anni, conclusasi quando Diego, diventato uomo,  a 17 anni ha perso ‘appeal’ agli occhi del prelato. I segni di quegli abusi, però, Diego che oggi è sposato ed ha una vita apparentemente normale, li porta dentro. Soffre di attacchi di panico che gli impediscono di lavorare, vive nel terrore. Proprio scavando nel suo malessere, è risalito a quelle molestie subite da bambino ed ha cominciato, sostenuto da una associazione specializzata nell’assistere vittime di preti pedofili, a chiedere giustizia anche se quel reato nei suoi confronti (essendo trascorsi più di 20 anni) è andato in prescrizione.

Della sua storia ha interessato persino il Vaticano, inviando una lettera a Papa Francesco che gli ha risposto istituendo una apposita commissione d’indagine. Inutili invece gli appelli alla Diocesi di Napoli. Supportato dalle associazioni, Diego ha portato la sua storia in televisione e con essa il suo appello affinché altre vittime del parroco, se ce ne sono, si facciano avanti e raccontino cosa hanno subito. Il sacerdote, accusano le associazioni, ha continuato ad insegnare. Due anni fa era docente in un istituto superiore dell’area nolana. Al momento, sempre secondo le associazioni, “è irrintracciabile”. La battaglia di Diego va avanti per svelare le presunte responsabilità del sacerdote e per convincere altri ragazzi, oggi uomini, a svelare gli abusi subiti da don S.

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