giovedì, Aprile 25, 2024
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Il Tar annulla le partite pregresse emesse da Gori: successo dei comitati per l’acqua pubblica

NAPOLI –  Questa mattina è stata pubblicata la sentenza del Tar Campania in riferimento alle cosiddette partite pregresse emesse dalla Gori. Le partite pregresse sono somme, pari a 122 milioni di euro, che la società di gestione del servizio idrico dell’Ato3 Sarnese- Vesuviano sta chiedendo agli utenti in riferimento al periodo 2006-2011. I comitati civici, insieme all’associazione Federconsumatori e le amministrazioni comunali di Angri, Casalnuovo e Nocera Inferiore, hanno impugnato gli atti che hanno prodotto le “partite pregresse”, coadiuvati dagli avvocati Giuseppe Grauso e Francesco Miani. Grande soddisfazione da parte degli attivisti nolano del Comitato civico per la difesa del diritto all’acqua: “Una vittoria dei cittadini contro il disastro della gestione Gori e la malapolitica degli amministratori locali che non sanno difendere il bene comune – sottolineano – adesso è arrivato il momento di chiudere per sempre il capitolo della privatizzazione”. Il Tar, con una lunga e articolata sentenza, accoglie in pieno tutte le obiezioni sollevate rispetto alla illegittimità degli atti posti in essere dal Commissario Straordinario di ATO3. Inoltre viene censurato il ruolo del Commissario, che dovendo solo gestire l’ordinarietà per un periodo di sei mesi, è invece rimasto illegittimamente in carica più di due anni, intervenendo su questioni che non hanno nulla a che vedere con la gestione ordinaria dell’ente. Risulta evidente – si legge nella nota – che la sentenza getta una ulteriore e pesante ombra sulla gestione inefficace ed inefficiente del servizio idrico di Gori, che in sinergia con gli enti preposti al controllo non ha esitato a costruire un castello di carte ed atti illegittimi volti a rimpinguare le proprie casse, a danno degli utenti. “Ora più che mai è urgente – continuano i rappresentanti del comitato civico per la difesa del diritto all’acqua di Nola – mettere in liquidazione Gori: non ci si può più nascondere dietro ad un dito, la Regione deve porre fine al commissariamento e restituire il potere all’assemblea dei sindaci che, in sinergia con i comitati, sono pronti a chiudere la fallimentare stagione della privatizzazione del servizio idrico passando ad una gestione pubblica, efficiente e partecipata del bene comune”.

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