Ha ucciso a martellate la sua vicina di casa, poi l’ha fatta a pezzi con la motosega e ne ha messo i resti in quattro sacchi della spazzatura. Non c’è ancora una spiegazione all’atroce delitto diMestre: “Non conosciamo ancora il movente che ha portato al cruento omicidio di ieri sera. L’arrestato si chiuso in un assoluto silenzio”, ha spiegato Angela Lauretta, capo della Squadra Mobile di Venezia, nel corso della conferenza stampa tenuta oggi in Questura per fare il punto sulla morte di Nelly Pagnussat, 78 anni. Il suo assassino, un uomo di 68 anni che si trova attualmente in carcere a Venezia, la chiamava affettuosamente zia, anche se non erano parenti, ma ieri per motivi ancora tutti da scoprire l’ha colpita in testa col martello e, dopo averla uccisa, l’ha fatta a pezzi con la motosega e ha provveduto a metterne i resti insacchetti della spazzatura. Poi si è ripulito e ha anche pulito la scena del crimine, l’abitazione della vittima, e si è allontanato. Proprio in quel momento però è stato scorto dai familiari dell’anziana, che, non sentendo la donna al telefono, si erano preoccupati e sono andati di persona a vedere se era tutto a posto. Arrivando all’abitazione, ne hanno visto uscirne l’uomo e, allarmati, hanno telefonato alla polizia. A quel punto però il 68enne si è allontanato e barricato in casa, fino a quando non è stato arrestato al termine di una trattativa con la polizia. “Grazie all’intervento dell’Uopi Unità operativa di pronto intervento – ha spiegato Lauretta si è riusciti a operare una mediazione con il soggetto, conclusa positivamente – ha proseguito Lauretta – L’uomo ha aperto la porta e ha consentito agli agenti di bloccarlo e di renderlo inoffensivo, infatti è stato subito immobilizzato”. L’intervento degli uomini della Polizia è avvenuto anche con l’apporto del personale del Suem, Vigili del Fuoco e di uno specialista medico dell’ospedale di Mestre. L’uomo è stato quindi portato in questura, e dopo le formalità di rito è stato portato in carcere mentre nella casa dell’anziana si è passati al sopralluogo effettuato dagli uomini dalla Scientifica di Padova e Venezia. L’omicida si era già reso responsabile negli anni ’70 di un altro atto violento: forse per vendetta per il sequestro del motoscafo aveva lanciato un masso da un ponte di Venezia mentre arrivava la vedetta della Guardia di Finanza, colpendo in pieno un militare e uccidendolo sul corpo. L’uomo era rimasto in carcere fino agli anni ’90. Da allora non aveva più avuto problemi con la giustizia né dato segni di squilibrio mentale. (adnkronos)

Uccide la vicina e la taglia a pezzi con la motosega: arrestato
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