giovedì, Aprile 18, 2024
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Camorra, 27 Comuni nel mirino dell’Antimafia: c’è anche Nola

NOLA- Ci sono anche Nola, Brusciano e Tufino tra i ventisette Comuni finiti nella “lista speciale” della prefettura di Napoli, stilata per monitorare eventuali condizionamenti della criminalità organizzata, causati soprattutto da quella che il prefetto Gerarda Pantalone, ascoltata in Commissione antimafia, ha definito una “rigenerazione degli amministratori locali”, spia preoccupante soprattutto quando si tratta di comunità che hanno subito scioglimenti per camorra.

LA LISTA- A scrivere per primi dell’esistenza di una lista di 27 comuni “attenzionati” dalla prefettura è il settimanale “Venerdì di Repubblica” del 24 febbraio. I Comuni elencati dal settimanale sono : Afragola, Brusciano, Caivano, Casalnuovo, Casavatore, Casoria, Castellammare, Castello di Cisterna, Crispano, Giugliano, Grumo Nevano, Ischia, Marano, Melito, Mugnano, Nola, Pomigliano, Quarto, San Gennaro Vesuviano, Sant’Antimo, Santa Maria La Carità, Terzigno, Torre Annunziata, Torre del Greco, Tufino e Villaricca. In queste comunità, secondo l’ufficio territoriale del governo, si deve prestare molta attenzione al riproporsi di vecchi amministratori. Di questi ventisette, 10 sono particolarmente nel mirino.

I DIECI NEL MIRINO- Si tratta di Casavatore, Crispano, Acerra, Nola, Torre Annunziata, Casandrino, Marano, Arzano, Casalnuovo e Giugliano, cittadine della provincia di Napoli su cui il prefetto dovrà approfondire su richiesta della Commissione parlamentare antimafia. Proprio ieri il prefetto Pantalone ha tenuto una audizione dinanzi la commissione. Il prefetto ha ribadito: . “Attualmente sono 27 i comuni in provincia di Napoli che sono sotto stretto monitoraggio da parte della prefettura. Un dato molto preoccupante che abbiamo riscontrato, è quello di una continuità, una rigenerazione degli amministratori locali. Abbiamo notato che a distanza di anni, anche di 15 o 20 anni, troviamo gli stessi amministratori in carica rispetto a quando il comune era stato sciolto per infiltrazioni. Li troviamo in carica sotto altre vesti, magari in una lista civica o in un altro partito, ma sono sempre presenti. Per moltissimi amministratori locali abbiamo dei contatti accertati dalle forze dell’ordine, dalla magistratura, o anche da sentenze, diretti o indiretti, con la criminalità organizzata. Per tutti questi comuni – ha detto – esaminati durante le concertazioni elettorali, le operazioni di voto o anche le campagne elettorali, sono state denunciate situazioni oggetto di attenzione da parte della magistratura. Abbiamo persone denunciate a cominciare da presidenti di seggi, o dagli scrutinatori”.  “Dal 2014 in poi, proprio per una disposizione contenuta nella legge finanziaria, i presidenti di Corte d’Appello possono nominare presidenti di seggio solo coloro che risiedono nel comune. Ritengo che questo non sia in perfetta linea con un’esigenza di assoluta garanzia e trasparenza, laddove ci troviamo in comuni dove molto spesso le irregolarità sono abbastanza frequenti”.

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