venerdì, Aprile 26, 2024
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Nola contro pizzo e usura, apre lo sportello antiracket

NOLA (Nello Lauro) – “Io non pago il pizzo. E denuncio chi me lo chiede”. E’ stata presentata ieri al palazzo di città la campagna antiracket  promossa dall’associazione Alilacco e il comune di Nola con la “benedizione” della Regione Campania.  Nei prossimi giorni nella sede della biblioteca comunale, in corso Tommaso Vitale, ci sarà anche l’apertura dello sportello antiracket dove potranno essere segnalati a telefono o di persona le denunce e le difficoltà per iniziare un percorso anche giudiziario insieme all’associazione presieduta da Amleto Frosi. Tra le figure presenti anche uno psicologo che può aiutare la vittima ma anche i componenti del nucleo familiare. Saranno anche distribuiti kit informativi dove c’è il decalogo antiracket, le normative vigenti e il fac-simile di domanda per l’accesso ai fondi di solidarietà

GEREMIA BIANCARDI (sindaco di Nola) – “C’è stata una condizione favorevole e anche a Nola abbiamo potuto avere un ufficio. Noi come comune ci crediamo molto, la nostra è una zona dove da decenni imperversa e ha imperversato una camorra imprenditoriale e si sentiva l’esigenza di aprire uno sportello. Nel corso degli anni sono stati decapitati i clan ma è ancora presente ancora la micro delinquenza che vessa i piccoli imprenditori e i piccoli commercianti che vanno assolutamente tutelati. Noi cerchiamo di assicurare una maggiore vivibilità ai nostri cittadini e ai nostri commercianti: sosterremo le attività dello sportello e vogliamo che o sportello resti a Nola a tempo indeterminato”.

AMLETO FROSI (associazione Alilacco) – “Stare a Nola è importante. Nola è la capitale commerciale di questa area. La vittima può telefonare e la sua situazione va valutata. Operare a Nola è importante e abbiamo già avuto denunce e siamo stati anche presenti in alcuni processi come parte civile dove abbiamo ottenuto anche dei risarcimenti. Accompagnare e sensibilizzare il tessuto economico: usura e estorsione sono due fenomeni della stessa medaglia e da questi parti molte spesso : l’estorto denuncia l’estorsore ma non denuncia l’usurario e l’usura molto spesso fa sì l’impresa vessata si mette in gioco insieme alla criminalità organizzata facendo la testa di legno e non si riesce a cambiare anche perché il sistema economico finanziario italiano non riesce a dare una risposta netta e incisiva all’accesso al credito delle imprese ai finanziamenti. L’usura è un crimine silente, un virus che la criminalità organizzata ha utilizzato come derubricazione dell’estorsione perché con l’usura controlla l’azienda, riesce ad ottenere l’interesse che ne deriva da una estorsione e vengono colpita delle autorità è difficile inserire l’usura nel reato in articolo 7 del 416bis perché difficile vedere pentito di usura. Chi denuncia lo fa per se stesso, fa un favore a se stesso, alla famiglia e all’azienda ma non deve essere un passaporto per ricattare le istituzioni”.

FRANCO MALVANO (ex questore di Napoli, commissario regionale antiracket e antiusura) – “Importante è fare campagne di comunicazione e informare sulle attività promosse dalle istituzioni, dalle associazioni, dalla chiesa e dalle forze dell’ordine. Ora c’è una filiera e la possibilità del fondo di solidarietà: un panorama vastissimo dove se tutti fanno il loro dovere fino in fondo le forze dell’ordine e i magistrati possono lavorare ancora meglio. Se c’è sostegno società e politica chi è vittima di usura ed estorsione ha più fiducia. Il numero di denunce per usura sono davvero minimi”.

PAOLO MANCUSO (procuratore della Repubblica di Nola) – “Usura ed estorsione sono due reati accomunati da un unico elemento: la ritrosia della vittima a parlarne e a denunciare il suo carnefice. Per il resto sono reati profondamente diversi: l’usura nasce prima   dell’organizzazione criminale è indipendente anche chi non ha struttura organizzata fa usura e prescinde da un’organizzazione anche se poi ha bisogno per incassare delle maniera forti e poi le storie si incrociano. I pentiti rifiutano di sentirsi definire usurai anzi dicono di sostenere l’economia locale. Interrogatorio della vittima dell’usura è quello più difficile per un investigatore  perché l’usurato difende fino alla fine il suo carnefice perché lo vede come l’unica ancora di salvezza nel momento del bisogno. L’estorto non denuncia per paura, non ha nessuna solidarietà con l’estorsore:  lo vede come un aggressore,una minaccia per la propria sopravvivenza commerciale e quando riesce a vincere la paura diventa un alleato. L’estorsione si vince battendo la paura e la paura si vince solidarizzando essendo in tanti.  L’usura è un fenomeno economico che nei momenti di crisi diventa ancora più grave perché diminuisce il credito bancario ed è ancora più complicato da individuare. Come si batte l’usura? Con la prevenzione”.

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