sabato, Aprile 20, 2024
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Gigli, polemiche sul contest annullato ma la Fondazione affida il progetto

NOLA- Continua la polemica a Nola sull’annullamento del contest per la scelta del manifesto per l’edizione 2016 della Festa dei Gigli. Annullamento deciso dalla Fondazione per presunta mancanza del rispetto dei requisiti di anonimato previsti dal regolamento. Uno dei partecipanti alla competizione annullata, Pasquale Conventi, dà però la propria versione dei fatti. In sintesi: il suo progetto era presentato in forma anonima ma andava protocollato presso l’ufficio competente del Comune di Nola che non poteva accettare un plico senza mittente. Una storia ai limiti del kafkiano che ha inficiato il contest ma che non ha comunque impedito alla Fondazione di scegliere chi realizzerà il progetto grafico della kermesse. L’ente ha infatti deciso, dopo l’annullamento dei progetti presentati, di chiedere a tre studi grafici la realizzazione della locandina. Alla fine a vincere il concorso è stata l’agenzia di comunicazione The Village di Saviano.

Ecco cosa scrive Pasquale Conventi, uno dei partecipanti: “Ho partecipato, insieme ad un altro solo soggetto proponente, al Bando indetto dalla Fondazione Festa dei Gigli per la realizzazione del Manifesto e dell’immagine coordinata relativi alla Edizione 2016 della Festa dei Gigli di Nola. La Fondazione, come ho avuto modo di appurare dai verbali di due riunioni della Commissione Giudicante gli elaborati e del Cda della Fondazione stessa, ha ritenuto di annullare il bando indetto poichè gli autori delle proposte grafiche non hanno rispettato i dettami del bando, nella fattispecie la consegna in forma anonima delle buste contenenti i lavori (anche se, per amor di precisione, nel Bando non vi era riportata l’indicazione di inammissibilità per la mancanza di requisito dell’anonimato, ma solo per l’indirizzo cui inoltrare i plichi). Ebbene, quanto riportato è una distorsione della realtà dei fatti: il bando prevedeva la consegna delle buste all’ufficio protocollo del Comune di Nola e avrebbero fatto fede giorno e orario di consegna. Nessuno si era preso la briga di autorizzare o di fornire mezzi adeguati agli impiegati dell’Ufficio Protocollo per la presa in carico di buste non recanti il mittente; al momento della consegna, dopo diversi tentennamenti sia miei che del solerte impiegato, mi sono trovato costretto a protocollare il plico riportante, dunque, il mio nominativo sul bollino adesivo del protocollo: non vi era altra scelta possibile. L’altro partecipante aveva provveduto ad inviare il proprio lavoro a mezzo posta: anche in questo caso, come da norma, vi era il mittente ben specificato sulla busta. Avrei accettato, come è capitato e come capiterà nello svolgimento della mia professione, il giudizio insindacabile sul merito del mio lavoro: non posso tollerare di vedermi addossata la responsabilità di una consegna difforme dalla norma indicata del mio lavoro. Non è corretto e, soprattutto, non corrisponde a verità. Questa difficoltà, mi si lasci aggiungere, deve essere stata notata anche dai rappresentanti della Fondazione che si sono assicurati di indicare, come da verbale della seduta dell’11 aprile, che i tre soggetti chiamati successivamente per la presentazione della proposta grafica potessero protocollare i propri lavori in forma anonima. Oltre al danno, come si suol dire, anche la beffa”.

 

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