SAN’ANGELO A SCALA (Bianca Bianco- Il Mattino)- “Siamo per l’accoglienza, ma non con questi numeri”. Carmine De Fazio, sindaco di Sant’Angelo a Scala, 702 anime nel pieno del Parco del Partenio, spiega le ragioni di un diffuso anche se silenzioso malumore che da qualche giorno serpeggia nella sua comunità. Ben presto potrebbero arrivare nel paese che amministra fino a 32 profughi da ospitare in un palazzo privato affidato ad una cooperativa. L’Asl lo scorso venti dicembre ha dato parere positivo: nel fabbricato che si trova lungo la statale 374, in pratica al centro di questo paesino lungo appena 640 metri , possono essere ospitate fino a 32 persone, sistemate negli appartamenti che compongono lo stabile di quattro livelli. “Una percentuale troppo alta di profughi rispetto alla nostra esigua popolazione. Non è l’arrivo dei migranti a spaventarci, ma questi numeri”. Il caso angustia l’amministrazione di Sant’Angelo da qualche mese: “Quando ci è arrivata la richiesta della Prefettura di mettere a disposizione una proprietà comunale per ospitare profughi-spiega il vice sindaco Paolo Ciriello- abbiamo detto di no perché non abbiamo strutture adatte. Poi abbiamo saputo che arriveranno comunque per un accordo tra privati e cooperativa. Tutto secondo legge, ovviamente, ma il nostro piccolo Comune non potrebbe gestire un afflusso così invasivo. Il nostro sconcerto non è dettato da sentimenti di intolleranza,anzi. Siamo disposti ad accogliere una famiglia, anche due. Ma non potremmo sostenere l’arrivo di 32 migranti”. La scorsa settimana sindaco ed amministratori sono stati accolti in Prefettura ad Avellino per esporre le proprie paure e ragioni. Il prossimo passo, spiega il sindaco De Fazio, è investire della vicenda anche i rappresentanti irpini in Parlamento: “Se sarà necessario –dichiara- avvieremo una contestazione pacifica. Nessuno vuole chiudere le porte in faccia a queste persone che soffrono, Sant’Angelo è un paese che accoglie, ma solo in numeri ragionevoli”. Non parla di numeri ma di opportunità invece Don Vitaliano Della Sala, sacerdote che a Sant’Angelo abita: “Comprendo le ragioni dell’amministrazione, questo settore sta diventando ormai un business che va ben oltre la mera solidarietà. Ma invito tutti a sedersi intorno ad un tavolo e ragionare: l’arrivo dei profughi potrebbe essere una opportunità per il nostro paese, come la fu negli anni Novanta quanto tante famiglie santangiolesi ospitarono famiglie straniere. Ricordiamo quell’esempio quando discutiamo di accoglienza”.