NAPOLI – Aumenta il numero di persone che si sono rivolte alla Caritas in stato di povertà: nel 2015 sono state 12.266 a fronte delle 11.444 del 2014. Sono i dati del Dossier povertà della Caritas Campania, presentato oggi a Napoli, secondo cui in difficoltà sono per lo più famiglie, pensionati e lavoratori precari. Sono soprattutto i disoccupati a rivolgersi ai centro d’ascolto: ben il 72%. I tassi ufficiali di occupazione confermano questo dato ed evidenziano un’italia divisa a metà: la differenza, guardano i dati sull’occupazione, è di 20% percentuali tra il Mezzogiorno, con il 42,5%, e il Centro-Nord con il 63,8%. In questo contesto la Campania, con il 39,6%, è al di sotto della media delle regioni meridionali, con un’incidenza del tasso di occupazione totale inferiore di tre punti, è un tasso di occupazione femminile del 27,4%, che risulta il più basso in assoluto a livello nazionale. Dall’analisi dello stato civile, emerge che tre persone su quattro hanno alle spalle un matrimonio. Hanno un domicilio 9 utenti su 10, anche se molto spesso vivono in abitazioni precarietà inadeguate. Uno andato che conferma la povertà familiare, in cui la situazione di totale esclusione sociale hanno una bassa incidenza, perché predomina un profondo disagio sociale. Dati ulteriormente confermati in base ai quali la Campania ha un reddito pro capite pari a 17.077 euro a fronte di 26.946 euro della media nazionale. Lo svantaggio per le famiglie è ancora più evidente là dove cresce la loro numerosità: relativamente al dato complessivo italiano, emerge che se la famiglia è composta da due persone l’incidenza della povertà assoluta del 3,8%, se invece raggiunge o supera cinque componenti se arriva il 17,2%. La presenza di figli minori si dimostra un sovraccarico significativo, cresce infatti l’incidenza di quelle con due figli minori, 11,2% nel 2015, e si conferma il divario laddove vi sono almeno tre o più figli minori con il 18,3% nel 2015. Per la prima volta dal 2008, anno di inizio della crisi economica, la percentuale degli stranieri in condizioni di povertà e tornata a crescere, mentre si registra un lieve calo della componente italiana: 61% nel 2015 a fronte del 61,6% nel 2014. La problematica più comune è la povertà economica riscontrata nel 67,9% dei casi. A riguardo, dati dati della podestà assoluta dimostrano significative differenze a livello territoriale tra le famiglie italiane: al Nord si concentra il 5%, al Centro il 4,2% nel Mezzogiorno il 9,1%. Analizzando il dato per le famiglie meridionali, i dati dimostrano che il valore è più che doppio rispetto a quello italiano e addirittura quadruplo rispetto quello del Nord. ” Anche nel 2015, ultimo anno di riferimento, l’economia italiana è iniziata a crescere, ma la Campania e quella che è cresciuta meno – ha detto Ciro Grassini, curatore del Dossier – le differenze rispetto al resto del paese sono enormi e si crea una questione meridionale, con differenze enormi in cui la Campania ha la maglia nera”. Per contrastare questo fenomeno, come ha sottolineato Grassini, “certamente vanno bene tutte le misure di sostegno al reddito, ma occorre creare lavoro, perché se non diamo possibilità di lavoro ai giovani e ai cinquantenni che hanno perso il lavoro e non riescono a ricollocarsi, tutto il resto diventa impossibile da realizzare”. (Ansa)