domenica, Ottobre 6, 2024
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Campania, stranieri aumentati del 6,7%: soprattutto giovani dell’Est

NAPOLI – Sono aumentati del 6,7% gli stranieri residenti in Campania al 1 gennaio 2015: interni numeri ci sono 200.017 503 persone di cui 54,3% è rappresentato da donne. Nella provincia di Napoli, risiede 50% della popolazione straniera residente, seguita dalla provincia di Salerno con il 22,3% e Caserta con il 19,1%. Provengono soprattutto dalla Romania e dall’Ucraina gli stranieri residenti in Campania e insieme totalizzano il 37% della popolazione residente in regione. Sono i dati del rapporto immigrazione 2015 di Caritas Migrantes in Campania. Per quanto riguarda le persone in età da lavoro, alla secondo semestre 2015 tra gli stranieri, pari al 3,8% del totale della popolazione in età da lavoro, rispetto agli italiani, vi è una maggiore percentuale di occupati: 55,1% rispetto al 31,2% degli italiani. Gli stranieri lavoratori si concentrano perlopiù nel settore dell’agricoltura, nelle costruzioni e nelle altre attività di servizi. Nel 2014, i titolari di imprese nate in un paese extra europeo  sono 25.825, e costituiscono il 7,7% del totale nazionale con un aumento del 13% rispetto all’anno precedente. Per quanto riguarda la scuola, considerando l’anno scolastico 2014-2015, gli alunni stranieri che frequentano le scuole campane sono 22.155. Anche in questo caso si registra un aumento, seppur lieve, dell’1,7% rispetto al precedente anno scolastico e con un’incidenza sul totale degli alunni del 2,2%. Gli alunni stranieri nati in Italia sono 6719 e sono aumentati rispetto alla precedente anno scolastico dell’11,3%, registrando un’incidenza del 30,3% sul totale degli alunni stranieri. “La nostra sarà una comunità che, pian piano, sarà sempre più multiculturale – ha detto Carlo Mele, delegato regionale campano Caritas – Il discorso dell’integrazione e dell’inclusione va affrontato adesso. Bisogna intervenire prima, studiare i fenomeni, accompagnare di facilitare i percorsi di inclusione”. “Questo è necessario – ha concluso gli altri paesi europei hanno già provveduto molti anni fa, l’Italia, invece è un po’ indietro”. (ANSA).

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