sabato, Ottobre 5, 2024
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Cimitile, dopo botte e minacce prostituta fa arrestare il suo aguzzino

CIMITILE (Nello Lauro)- Picchiata, minacciata, persino inseguita. La vita già difficile di una prostituta ucraina si era trasformata ben presto in un incubo quando, oltre a fare i conti con la dura realtà del suo “mestiere”, ha dovuto convivere con le continue vessazioni dei suoi aguzzini. Un destino complicato per la 24enne arrivata in Italia con la speranza di un lavoro ma presto venduta ai magnaccia che l’hanno costretta a vendere il suo corpo. Uno dei luoghi in cui veniva scaricata e messa a lavorare era Boscofangone, degradato lembo dell’area nolana in cui è facile incontrare le facce senza volto delle prostitute straniere. Tra di loro c’era anche Alina (il nome è di fantasia ndr), biondissima e dal carattere forte che dopo mesi di schiaffi e minacce di morte si è ribellata ai suoi aguzzini e ha denunciato il sistema. Una scelta coraggiosa che l’ha costretta a restare mesi sotto protezione dei carabinieri ma infine le ha consentito di cambiare vita e scappare da qui. Alina era stata consegnata nelle mani di uno sfruttatore albanese, poi arrestato, e da questi ceduta come merce ad un cugino, Adriano Doda, 27 anni, albanese residente a Gricignano d’Aversa. L’uomo costringeva Alina a ritmi di lavoro serrati, senza pause e con tante botte a condire giornate già infernali; la giovane era costretta a consegnare i soldi ricevuti dai clienti ed a subire vessazioni costanti finché non si è stancata ed ha deciso di denunciare. A raccogliere il suo racconto sono stati i carabinieri della stazione di Cimitile, coordinati dal luogotenente Franco Di Gioia, che hanno avviato una delicata e intricata indagine. L’albanese infatti era un fantasma per la giustizia italiana, che si nascondeva dietro infiniti alias. Dopo aver saputo della denuncia, l’uomo ha cercato di intimidire Alina in tutti i modi, anche facendola inseguire da una banda armata, senza riuscire però a scalfire l’intento della giovane donna, quello di incastrare il suo aguzzino e liberarsi di quella schiavitù. Per questo per settimane, mentre indagavano per risalire al 27enne, Alina è stata protetta dai militari finché il suo ex sfruttatore non è stato individuato. Adriano Doda era scappato prima in Albania poi si era rifugiato in Romania e qui i carabinieri di Cimitile lo hanno individuato dopo una serie di intercettazioni. Contro di lui è stato spiccato un mandato di arresto europeo per sfruttamento della prostituzione ed infine bloccato dalla polizia romena che lo ha consegnato alle autorità italiane a Fiumicino questa mattina. Per lui si sono spalancate le porte del carcere di Rebibbia. Per Alina le ali della libertà.

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