NOLA (Bianca Bianco)- Visitatori in aumento per il museo storico archeologico di Nola, ma il turismo culturale non “tira” ancora nel Nolano. L’antiquarium di via Senatore Cocozza inaugurato sei anni fa, nel 2016 ha registrato 7655 visite, circa duemila in più rispetto al 2015 quando i visitatori della struttura furono 5847. Questi numeri sono forniti dal Ministero per i Beni culturali che ogni anno stila la classifica dei siti e dei musei più visitati d’Italia sulla base dei dati forniti dalla Soprintendenze che li gestiscono. Per il Museo di Nola, nel quale l’accesso è gratuito, l’aumento di presenza è dovuto soprattutto alle iniziative del Mibact con cui le sale espositive vengono aperte gratuitamente di domenica e anche di notte, oltre agli eventi culturali organizzati dalle associazioni e dal Comune che le hanno animate durante l’arco dell’anno. I numeri di Nola sono sullo stesso livello di quelli di Boscoreale, per fare un confronto con un polo simile: anche in quel caso gli accessi sono stati poco più di settemila. Mentre impallidisce rispetto al museo della piccola Montesarchio (13mila abitanti in provincia di Benevento) che ha totalizzato oltre 20mila accessi con i suoi reperti sul Sannio antico ed il museo di San Francesco a Folloni di Montella, alta Irpinia, che svetta a 30mila accessi. Il confronto non è invece possibile quest’anno con la vicina Avella, il cui Antiquarium è stato vistabile fino a maggio (è chiuso per consentire il trasloco nelle nuove sale del palazzo baronale) ed ha visto solo 1022 biglietti (gratis) staccati. Impossibile tracciare un bilancio complessivo dell’andamento del turismo culturale a Nola ed hinterland, trattandosi di soli dati della Soprintendenza:mancano quindi le visite al museo diocesano, all’anfiteatro laterizio, alle Basiliche paleocristiane di Cimitile. Il Parco archeologico di Avella (anfiteatro e necropoli) raggiunge invece solo 3mila visite, numeri certamente non entusiasmanti se confrontati con i seimila del parco archeologico di Aeclanum a Mirabella, in provincia di Avellino. Per i siti avellani, inoltre, i dati devono tenere conto dei visitatori arrivati grazie a singoli eventi (come il Pomigliano Jazz a settembre). Le statistiche del Ministero retto da Dario Franceschini sono una parziale boccata d’ossigeno per il museo di Nola, trascinato dalle iniziative e dalle mostre, ma mettono sul piatto ancora una volta la necessità che si faccia sinergia tra strutture vicine per trasformare l’area nolana in un contenitore attraente per i turisti viste le sue molteplici potenzialità. Basti pensare al circuito archeologico dei siti minori (Boscoreale, Villa regina, Oplonti) con 27.404 visitatori. Un passo in questo senso è stato fatto di recente con l’approvazione della convenzione tra Nola, Avella e Cimitile per l’esercizio in forma associata Servizio promozione e assistenza turistica che aprirebbe la strada alla creazione di un unico polo turistico culturale del Nolano. Una strada lunga che può essere percorsa guardando ai numeri entusiasmanti che la Campania ha raggiunto nell’anno appena salutato e che possono essere di conforto. La nostra Regione si piazza infatti al secondo posto per numero di visite alle strutture museali gestite dalla Soprintendenza ai Beni culturali ed archeologici. Dietro l’inarrivabile Pompei con il suoi 3.283.740 (terzo posto in graduatoria dopo Pantheon e Colosseo) troviamo il Parco di Capodimonte a Napoli (1.007.564 visitatori), la reggia di Caserta (683mila visitatori) il Museo nazionale di Napoli (452.038 visite). Sono stati invece 412.019 i visitatori degli scavi di Ercolano e 355.401 i turisti che hanno ammirato i templi di Paestum. Intramontabile il fascino della Grotta azzurra di Capri (238589 visitatori) mentre Castel Sant’Elmo sfiora i 200mila biglietti staccati. Museo di Capodimonte (193.055 visite) e Palazzo reale (185.499) precedono il Circuito archeologico di Pompei ed Ercolano e la Certosa di Padula (93.693 e 80mila visitatori). Uno scrigno di tesori che quest’anno hanno fatto volare la Campania tra le regioni più amate dagli appassionati del turismo culturale. Un mosaico prezioso in cui manca ancora il tassello dell’area nolana.