NAPOLI- I carabinieri di Castello di Cisterna e la polizia di Stato di Napoli hanno dato esecuzione ad decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia a carico di quattro persone ritenute responsabili del reato di associazione per delinquere di stampo mafioso in quanto intranei al clan camorristico Amato Pagano, operante nei quartieri di Scampia e Secondigliano e nei Comuni di Melito e Mugnano. I quattro arrestati sono Pietro Caiazza, 56enne di Napoli, Ciro Mauriello, 50enne di Napoli, Maurizio Cancello, 39enne di Napoli e Elia Cancello, 33enne di Napoli. Le indagini hanno ricostruito le recenti evoluzioni del clan Amato-Pagano che, dopo aver superato la contrapposizione interna, tra la famiglia Amato e quella Pagano, registrata durante la reggenza del clan affidata da Cesare Pagano al genero Mario Ricciom quest’ultimo localizzato ed arrestato dalla polizia dopo una lunga latitanza il 4 febbraio 2014, ha riconquistato una posizione di assoluta centralità nel panorama criminale della zona a nord di Napoli sotto la ferrea e unitaria guida di Rosaria Pagano, arrestata sempre dalla Polizia di Stato lo scorso 17 gennaio, in quanto destinataria di ordinanza di custodia cautelare in carcere per il reato di associazione per delinquere di stampo mafioso.
Dalle indagini è, altresì, emerso che i destinatari del provvedimento di fermo, in aperta contrapposizione tra loro, aspiravano ad assumere e mantenere il ruolo primario e di stretta fiducia dei vertici del clan Amato Pagano, al fine di conservare il controllo dei traffici illeciti nel settore della vendita all’ingrosso della cocaina nei comuni di Mugnano e Melito, il cui mercato ha rappresentato e rappresenta la principale fonte di sostentamento economico della compagine camorristica. Nel contesto criminale di aperta contrapposizione armata sono state registrate diverse fibrillazioni.Tra esse si rileva l’omicidio di Luigi Di Rupo, ritenuto vicino ai fratelli Cancello, consumato il 5 gennaio 2016 a Melito, il ferimento dell’indagato Pietro Caiazza, consumato il 18 maggio 2016 nel comune di Melito, e l’agguato consumato nel lotto G del quartiere di Scampia il 12 dicembre 2016 in cui è stato ucciso Francesco Angrisano, elemento di spicco del camorristico clan della Vinella Grassi.
Caiazza, Mauriello e i fratelli CancelloElia e Maurizio risultano affiliati al clan Amato Pagano sin dalla sua costituzione e cioè dal momento in cui le famiglie Amato Pagano si sono scisse dal clan Di Lauro dando vita agli “Scissionisti” e ad una delle più cruente faide di camorra degli ultimi anni.
Le indagini hanno cristallizzato i ruoli e le responsabilità penali degli indagati e dimostrato il non veritiero stato di salute di Muariello a causa del quale, al momento della cattura, era detenuto per altro provvedimento in regime di arresti domiciliari anziché in carcere. Il predetto ha provato, senza successo e in più occasioni, a reperire medici compiacenti che gli fornissero certificazioni mendaci.