NOLA- Continua l’emergenza inquinamento da polveri sottili, il circolo Legambiente di Nola scrive a 24 sindaci dell’intero territorio, da Nola a Casalnuovo, passando per Marigliano, Acerra e Pomigliano, per denunciare l’allarmante inquinamento dell’aria e chiedere l’applicazione delle misure previste dal Piano regionale di risanamento e mantenimento della qualità dell’aria. Un problema già noto da anni che si è riproposto negli ultimi mesi con ancora più forza, portando l’area nolana a livelli di inquinamento record, superiori a quelli riscontrati nelle grande aree metropolitane della pianura padana. I dati forniti dalle centraline dell’Arpac collocate nel territorio, come San Vitaliano, Tufino e Pomigliano d’Arco, segnalano dal 1° dicembre valori che costantemente superano, spesso di gran lunga, i limiti delle polveri sottili (PM10 e PM2,5) presenti nell’aria, previsti per legge e dalle organizzazioni internazionali. Nei primi 18 giorni di gennaio, ad esempio, la centralina di San Vitaliano ha già sforato per ben 10 volte il limite consentito dei 50 ug/m.c. per il PM10 e 9 volte il valore massimo dei 25 ug/m.c. per il PM2,5. La concentrazione media giornaliera è quasi il doppio di quella massima consentita dalla legge italiana e il quadruplo di quella ammessa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità: per il PM10 è stata di 92,28 ug/m.c. e per il PM2,5 di 42,5 ug/m.c. Nel 2016 il limite massimo dei 35 giorni di sforamento annui, previsto per legge, è stato raggiunto già il 23 marzo, quest’anno potrebbe addirittura anticiparsi ai primi giorni di marzo.
“Il ruolo degli amministratori comunali resta centrale in tema di lotta all’inquinamento atmosferico-si legge nella nota di Legambiente Nola- Numerose sono le misure che i sindaci possono predisporre per limitarne il livello, a partire da quelle d’emergenza e transitorie, predisponendo protocolli operativi con intese tra Comuni confinanti, Città metropolitana, Regione, Asl, Prefettura, Anci, aziende di trasporto, Arpac. Questi protocolli, come accade in altre località, ogni qualvolta i livelli di PM10 sforano la soglia massima per almeno tre giorni consecutivi, prevedono misure di limitazione del traffico auto veicolare e dei mezzi pesanti, riduzione del riscaldamento di edifici pubblici e privati, divieto di utilizzo di caminetti e di generatori di calore alimentati a biomassa, divieto assoluto di combustione all’aperto (bruciamento di residui vegetali, barbecue e fuochi d’artificio), divieto di spargimento di liquami negli allevamenti animali, divieto generalizzato per tutti i veicoli di sostare con il motore acceso.
Oltre alle misure d’emergenza, si punta anche su alcuni interventi strutturali: predisporre un piano traffico intercomunale con ampie aree a “zona traffico limitato”; realizzare il Piano Energetico Comunale (Pec) con monitoraggio dei consumi energetici , facilitazioni all’uso di fonti alternative, inibizione degli impianti di riscaldamento a gasolio e promozione di controlli periodici e stringenti a caldaie, camini e forni; incrementare le aree verdi pubbliche e disporre ovunque possibile piante assorbenti polveri sottili, specialmente ai margini delle strade, alle rotonde e davanti le scuole; istituire un adeguato ed efficiente sistema di trasporto pubblico urbano; promuovere l’uso di vernici che assorbano le polveri sottili per adeguare le facciate degli edifici pubblici e privati; esigere un capillare e continuo controllo dagli enti preposti delle emissioni in atmosfera delle attività industriali; realizzare un Piano Urbanistico Comunale che preveda un rapporto bilanciato tra attività industriali, aree verdi, servizi pubblici ed aree residenziali; controllare in modo adeguato e periodico i cantieri edili pubblici e privati; attuare finalmente i progetti di ricomposizione e riqualificazione ambientale delle cave di Polvica e Casamarciano secondo i tempi prescritti dal Prae; esigere un controllo sistematico dell’emissione di biogas negli impianti di Paenzano”.