martedì, Marzo 19, 2024
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L’ombra della camorra sulle elezioni a Pago del Vallo di Lauro

PAGO DEL VALLO DI LAURO (Bianca Bianco- Il Mattino)- L’ombra della camorra sulle elezioni del 2016. Consultazioni che potrebbero essere state falsate da pressioni e influenze della criminalità organizzata e sulle quali ora  la Direzione distrettuale antimafia vuole fare completa chiarezza. Ieri gli agenti della Squadra Mobile di Avellino hanno dato esecuzione al decreto di sequestro ordinato dalla Dda: gli agenti hanno portato via gli scatoloni contenenti le schede elettorali che dieci mesi fa, il 5 maggio del 2016, sancirono la vittoria dell’attuale sindaco Antonio Mercogliano, giovane avvocato che guidava la civica “Continuità e progresso” e nipote del primo cittadino che lo ha preceduto, Giuseppe Corcione, arrestato il 7 dicembre. Corcione con altre 10 persone finì nell’inchiesta dell’Antimafia che ha svelato quella che gli investigatori definirono una “stretta connessione tra funzionari comunali ed esponenti della criminalità locale”  caratterizzata da “profonde infiltrazioni camorristiche e condizionamenti nell’attività amministrativa e politica” durante il suo mandato.  Tra i destinatari dell’ordinanza anche Andrea Amoroso , l’ex vicesindaco di Giuseppe Corcione che fino a dicembre aveva rivestito nell’attuale parlamentino il ruolo di presidente del Consiglio comunale. A tre mesi da quegli arresti pesanti, la Dda partenopea avvia quello che è il secondo filone di indagine, collegato all’inchiesta che ha portato in carcere l’ex sindaco, ma che si concentra sulle presunte pressioni dalla camorra sulle votazioni del 2016. I magistrati, guidati dal pm anticamorra Francesco Soviero, vogliono accertare se ci siano state interferenze, se il voto sia stato macchiato da sollecitazioni criminali al fine di orientarne l’esito finale e favorire in particolare alcuni dei candidati in lizza. Per fare questo, ieri la Squadra mobile ha prelevato le scatole con le schede vidimate e votate, in tutto 1352. Tanti furono infatti gli elettori di Pago che espressero la loro preferenza nelle due sezioni del minuscolo paese del Vallo, 1.838 abitanti per 1480 elettori: di essi, 703 decretarono la vittoria di Mercogliano, mentre la civica avversa “L’alternativa per Pago” guidata da Carmine Amato risultò sconfitta con 649 preferenze. Preferenze che ora saranno passate al setaccio dagli investigatori e messe sotto la lente di ingrandimento della Dda alla caccia di segni, simboli o anomalie che confermino che il voto fu da qualcuno indirizzato verso questo o quel candidato sponsorizzato dalla camorra.  Uno spaccato inquietante che si aggiunge al terremoto giudiziario di dicembre e che mette il Comune nel mirino della Prefettura. Il sindaco del paese, Antonio Mercogliano, nella vita avvocato, commenta così: “Nel caso in cui fossero in corso degli accertamenti- dichiara-  esprimo piena fiducia negli organi inquirenti. Sono certo che in tal caso l’attività sarà condotta con terzietà, obiettività e trasparenza e che, fra le altre cose, visto lo striminzito risultato elettorale della lista che rappresento, si esamineranno i risultati di tutti i candidati delle due liste. Ci rendiamo disponibili per qualsivoglia attività ci dovesse essere richiesta”. L’ingegnere Carmine Amato,  suo avversario nell’ultima competizione amministrativa e  diretto rivale anche di Corcione cinque anni prima, chiede invece le dimissioni dell’amministrazione: “Pago è un contesto particolare-afferma- e questo chi ci vive lo sa.  Dopo le ombre che si sono allungate sul nostro Comune a dicembre, ora questa nuova inchiesta. Allora non si dimisero,  chiedo quindi che lo facciano adesso”.

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