NOLA – Riapre la villa comunale di Nola. Questa mattina,dopo lunghe indagini, la Procura di Nola ha revocato il sequestro degli alberi ad alto fusto affinché il Comune possa effettuare i lavori idonei a restituirli all’uso della cittadinanza. Arriva così l’epilogo di una vicenda lunga e complessa, e non mancano le ‘bacchettate’ della Procura a chi negli anni ha lasciato nel degrado e nella mancata manutenzione gli alberi ed i giardinetti, simbolo non solo naturalistico ma anche storico della città di Nola. I magistrati della Reggia Orsini fanno riaprire i cancelli della villa ma con un monito all’ente comunale: salvare il cipresso Montezuma.
L’ANTEFATTO– Nella primavera del 2015 il Comune di Nola, verificata l’allarmante situazione di alcuni alberi di alto fusto di grande pregio della Villa comunale della cittadina, aveva disposto la messa in sicurezza dell’area, anche attraverso il taglio di alcuni di quegli alberi. sulla base della perizia redatta dal consulente della ditta affidataria dei relativi lavori ritenuti di somma urgenza.
L’INTERVENTO DELLA PROCURA-“L’iniziativa – scrive il procuratore Castaldi – aveva innescato una serie di denunce ed esposti alla Procura, con i quali enti e singoli cittadini avevano segnalato che quell’intervento determinava la possibile compromissione di un ambiente di pregio storico. Il magistrato incaricato delle indagini, verificata l’esistenza di un serio pericolo di compromissione ambientale, il 17 luglio del 2015 aveva disposto il sequestro di alcuni alberi, poiché l’intervento era effettuato in carenza delle autorizzazioni prescritte per interventi su beni di interesse storico (quali, appunto, erano quegli alberi e quelle aree) per evitare che il reato – ritenuto in corso di esecuzione – venisse portato ad ulteriori conseguenze”.
LE PERIZIE– Il Comune di Nola aveva reiterato il provvedimento di chiusura di tutta la villa comunale, quasi contestualmente però proponendo richiesta di riapertura di quegli spazi pubblici, previa regolarizzazione dell’intervento. Al fine di verificare a quali condizioni potesse essere accordato un possibile dissequestro, il magistrato incaricato delle indagini è stato chiamato a tenere conto della “poliedrica natura della villa comunale che è al tempo stesso giardino storico, bene culturale tutelato, spazio ad uso pubblico, elemento del centro storico della città, e soprattutto ecosistema – in quanto interagente di una comunità di organismi animali e vegetali (biocenosi) con l’ambiente fisico che li circonda (biotopo)”.
“E’ apparso, quindi, evidente che un mero abbattimento e una ri-piantumazione senza le condizioni necessarie – scrive ancora il procuratore – affinché il nuovo ecosistema potesse durare nel tempo sarebbe stato inutile ed anzi dannoso e si è ritenuto quindi necessario affidare ad esperti consulenti, i dottori agronomi Antonio di Gennaro e Fabrizio Cembalo Sambiase, una perizia avente ad oggetto non solo l’accertamento delle condizioni di staticità vegetative e fitosanitarie degli esemplari arborei ad alto fusto in relazione agli aspetti di rischio per la pubblica incolumità. ma anche l’indicazione delle eventuali tipologie di intervento e delle modalità gestionali delle aree, funzionali ad assicurarne la fruibilità e la longevità. Si è cioè richiesto ai consulenti non una semplice va lutazione sulla sicurezza passiva per i fruitori dell’area, ma un progetto dinamico in grado di garantire complessivamente la protezione e lo sviluppo dell’ambiente villa”.
“ASSOLUTA INCURIA”- “Nella perizia depositata dopo alcuni mesi, all’esito di complessi ed approfonditi accertamenti e verifiche veniva stigmatizzata – continua Castaldi – l’assoluta e totale incuria nella quale era stata tenuta per anni la villa ed i complessi viventi in essa presenti a causa della mancanza di un piano e di un sistema organico di gest ione, monitoraggio e controllo. e chiarito che tale negligenza – tradottasi in reiterati quanto improvvissati interventi aveva causato una alterazione irreversibile dell’ecosistema originario cagionando la debilitazione vegetativa e statica di molti esemplari arborei in quel pregiato giardino storico ed in definitiva un vero e proprio inquinamento ambientale”.
In seguito al deposito dell’elaborato dei consulenti – che illustravano gli interventi da mettere in campo da parte del Comun e per conseguire da un lato la fruibilità dell’area e dall’altra per conservarne nel tempo il pregio storico – venne inoltrata da parte del Comune di Nola una prima richiesta di dissequestro degli alberi con un piano di intervento che però venne ritenuto non pienamente rispondente alle indicazioni date dai periti della Procura. Successivamente al primo rigetto è stato presentato un ulteriore piano di ripristino, stavolta del tutto in linea con le prescrizioni ed oggi è stato infine possibile procedere alla del sequestro per consentire gli interventi ritenuti necessari.
SALVARE MONTEZUMA– Ciò renderà possibile, conclude la Procura di Nola, il mantenimento dell’esemplare più importante, il Cipresso di Monlezuma – vero e proprio monumento vivente – che sarà curato, monitorato e messo in sicurezza; la sostituzione degli alberi che realmente versano in condizioni crit i che verrà effettuata con criteri in grado d i assicurare che il patrimonio arboreo complessivo del la villa non sia depauperato e la revisione completa dei criteri di gestione agronomica dell’area con l’eliminazione – dove necessario – dell’attuale sistema di irrigazione, una delle principali cause di malattia degli esemplari più annosi.