SAN VITALIANO (Nello Lauro- Il Mattino)- La sinistra previsione è diventata una matematica certezza. Il timore è diventato terrore. La centralina Arpac ha raggiunto martedì 14 marzo la fatidica quota 35 che rappresenta il limite di sforamenti delle polveri sottili all’anno consentiti per legge, con una concentrazione superiore ai 50 microgrammi per metro cubo. Un vero record italiano cominciato a Capodanno con il mostruoso 392 microgrammi per metrocubo: pessimo indizio e inizio di una serie da paura che ha portato i valori della centralina Arpac a superare il limite per 14 volte a gennaio (5 giorni non sono stati rilevati), 16 volte a febbraio e 5 volte fino al 14 marzo (4 giorni con dati non pervenuti): 35 volte su 64 giorni di dati, una media che supera ampiamente il 50%. E anche quando i valori sono sotto il limite (una volta 50, tre volte 49, due volte 47 e una volta 46) sono sì sotto la soglia, ma estremamente vicini al margine consentito. Una concentrazione media giornaliera di polveri sottili quasi il doppio di quella prevista dalla legge e il quadruplo di quella ammessa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Numeri impressionati e certificati che rendono l’area nolana come Pechino e gli stati più inquinati del mondo come il Pakistan, l’Afghanistan e il Bahrein. E da oggi i comuni dovrebbero rispondere con misure drastiche per limitare il livello di inquinamento applicando i protocolli operativi che prevedono limitazione del traffico veicolare e dei mezzi pesanti, riduzione del riscaldamento di edifici pubblici e privati, divieto di utilizzo di caminetti e di generatori di calore alimentati a biomassa, divieto assoluto di combustione all’aperto, divieto di spargimento di liquami negli allevamenti animali, divieto generalizzato per tutti i veicoli di sostare con il motore acceso. Il sindaco di San Vitaliano Antonio Falcone commenta così: “E’ un dato preoccupante. Siamo quasi impotenti di fronte a questa situazione. Aspetto anche i risultati delle altre centraline installate a Saviano e Pomigliano d’Arco, poi convocherò tutti i sindaci dell’area nolana e magari quelli di Napoli e Acerra: quello sull’ambiente – continua Falcone – è un discorso da portare avanti come intero territorio per redigere una delibera congiunta per disciplinare l’uso degli abbattitori e fare un’ordinanza intercomunale per il traffico veicolare. Bisogna acquisire una mentalità ambientale collettiva perché il problema è di tutti, ragionare insieme anche alle associazioni ambientaliste perchè l’obiettivo del benessere dei nostri concittadini è unico”. “Non è giusto – è un fiume in piena il primo cittadino di San Vitaliano – che solo da noi i commercianti abbiano speso soldi e da altre parti c’è indifferenza: il vento è democratico e le polveri sottili colpiscono tutti”. “Aspettiamo – conclude Falcone – anche una risposta dal vicepresidente della Regione Bonavitacola, ma abbiamo sempre meno tempo: mentre il medico pensa, il malato muore. I comuni hanno sempre meno risorse: abbiamo bisogno di fondi per studi e per trovare soluzioni tempestive a questa drammatica emergenza ambientale”. Trentacinque sforamenti ufficiali in poco più di due mesi e senza soluzioni all’orizzonte: se il buongiorno si vede dal mattino, nel Nolano è già notte fonda.