venerdì, Ottobre 11, 2024
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Meningite, Michela è tornata a casa: ora mi sento bene

Michela con il sindaco Trifone Greco

MARZANO DI NOLA (Bianca Bianco)- Bentornata Michela. La studentessa che ha tenuto in apprensione un intero paese è tornata a casa. Dimessa nel primo pomeriggio di ieri dall’ospedale Cotugno di Napoli presso il quale era ricoverata dallo scorso 5 aprile, dopo avere trascorso le festività di Pasqua in un letto del nosocomio sebbene circondata dai familiari, finalmente la ventunenne può tornare nella sua cameretta e ricominciare a vivere dopo l’incubo della meningite. Una vicenda a lieto fine per la comunità marzanese che sin dalle prime ore aveva affidato la salute di Michela ai medici del più importante nosocomio del Sud specializzato in malattie infettive ed alla Madonna dell’Abbondanza, la cui intercessione hanno invocato attraverso un corteo silenzioso e tante serate di preghiere nella parrocchia di San Trifone. Tutti, dal primo cittadino Trifone Greco al parroco don Angelo Schettino, si sono spesi per assistere i genitori e la sorella di Micky in questi giorni e notti di estrema paura. La soddisfazione più grande, al termine di questa drammatica esperienza, per Greco è stato ricevere la telefonata della sua sfortunata concittadina finalmente tornata ad una vita serena: “Sto bene- ha detto Michela- non sento più dolore e sono felice di tornare a casa”.  Poche parole che hanno rasserenato il cielo di Marzano per giorni offuscato dalle nubi di una vicenda che ha spiazzato e addolorato l’intero Vallo di Lauro e non soltanto: “Ora possiamo guardare avanti ed essere più sereni- ha detto il sindaco. Ma per la guarigione della studentessa del campus di Fisciano ha speso parole entusiaste anche il rettore dell’ateneo salernitano Aurelio Tommasetti direttamente dal suo profilo social. Una vittoria della medicina e della speranza per Michela, colpita il 5 aprile da una meningite da meningococco di tipo B batterica, molto pericolosa ma presa in tempo prima all’ospedale di Nola poi al Cotugno. In coma per cinque giorni, la ragazza non ha subito le conseguenze collaterali della malattia ed è rientrata a casa sulle sue gambe. L’amministrazione comunale e la parrocchia organizzeranno per lei una festa. Un modo spensierato con cui i suoi compaesani vogliono aiutarla a lasciarsi alle spalle questa terribile disavventura ed a ritornare ai suoi studi ed alla sua vita di sempre. 

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