mercoledì, Aprile 24, 2024
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Rapina in villa, imprenditore malmenato davanti ai bambini

MARIGLIANO- Assalto nella villa dell’imprenditore dell’industria agroalimentare e di conserve «’0 sole e Napule»: Francesco Calabria, 38 anni, è rimasto lievemente ferito. L’uomo è stato aggredito nella sua abitazione di via del Carmine delle Paludi, in località Faibano a Marigliano, da quattro rapinatori che indossavano tute nere aderenti e passamontagna. In casa c’erano anche la moglie Marika e i due figlioletti, uno di quattro anni e l’altra di pochi mesi. Calabria si è difeso con tutte le proprie forze. Durante la colluttazione ha riportato un trauma cranico frontale e la microfrattura del setto nasale. Adesso è a casa, con una prognosi di 15 giorni, in preda al terrore.
«Ho paura per i miei figli. Questa è gente senza scrupoli e lo Stato non ci tutela – dice Francesco – è la quarta volta che ci rapinano, la settimana scorsa sei uomini incappucciati hanno preso d’assalto anche la nostra azienda, nella zona del piano di insediamento produttivo». Erano le 20.15. I banditi sono arrivati a bordo di un’auto scura che hanno lasciato parcheggiata in una stradina parallela. Hanno scavalcato un’inferriata e attraverso la campagne sono entrati nella villa. L’imprenditore era uscito, come fa tutte le sere, per dare da mangiare i cani. Era sull’uscio quando i quattro gli si sono avventati addosso. Francesco ha urlato per attirare l’attenzione della moglie che ha subito lanciato l’allarme avvertendo i parenti. Sul posto sono giunti anche i carabinieri e la polizia scientifica per i i rilievi del caso. La villa purtroppo non è dotata di telecamere. Francesco è stato colpito con una tallonata alla tempia destra e si è accasciato al suolo. Uno dei banditi lo ha bloccato tenendolo fermo con un piede sulla schiena impedendogli ogni movimento. «Mi hanno colpito senza pietà – ricorda Calabria – volevano spingermi all’interno, ma io ho resistito per guadagnare tempo». Nel frattempo due dei rapinatori hanno raggiunto la cucina dove c’erano la moglie e i bambini. I piccolo di quattro anni gridava: «Stanno ammazzando papà, ammazzano papà», e la madre di cercava di rincuorarlo: «Non ti preoccupare, è solo un gioco». Francesco racconta che avrebbe voluto stringerlo a sé ma non poteva. «Alla fine sono riusciti a spingermi dentro, nel corridoio. Mi scorreva sangue dappertutto. Per fortuna ci è andata bene». Sono trascorsi circa 15 minuti, troppi per la gang che non era ancora riuscita a mettere a segno il colpo. Alla fine uno di loro con accento straniero, probabilmente romeno, ha ordinato a tutti di abbandonare il campo ed è scappato via con le chiavi di casa della villa e il telecomando con il quale ha aperto il cancello automatico.
«Siamo soli e senza protezione, ho preso anche il porto d’armi, ma una persona non deve essere costretta a sparare per difendere i propri affetti e la proprietà privata», dice ancora Francesco. Con lui ci sono anche gli altri tre fratelli che hanno deciso di fargli compagnia di notte e che sono armati anche loro: «Ad ogni minimo rumore scattiamo, ma le pistole non le vogliamo usare». Francesco lamenta che la zona è abbandonata a sé stessa senza illuminazione e senza controlli di alcun tipo. Via Carmine delle Paludi è in aperta campagna: «Sono convinto conclude l’imprenditore – che i rapinatori scelgano le loro vittime in luoghi isolati usando Google Map». (da Il Mattino)

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